Mostra del Cinema di Venezia, giovani videomaker per Legambiente

DAL SITO ECO DALLE CITTA'

"Guarda al futuro e all'ambiente": cambiamento, conversione degli stili di vita nel quotidiano e responsabilità sociale sono i focus sui quali si confronteranno i giovani videomaker che partecipano alla IX edizione del concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, di cui quest'anno Legambiente è partner.
Raccontare la sostenibilità: è la sfida, il tema proposto da Legambiente a Giacomo Boeri, il giovane videomaker del concorso Movi&Co. che si confronterà per la IX edizione con il tema 'Guarda il Futuro'. Un brief che punta diritto alla narrazione del cambiamento necessario nel quotidiano di ognuno per una sostenibilità che proietta ogni essere umano nel suo futuro. Temi cari a Legambiente impegnata nella promozione e conversione degli stili di vita sul territorio attraverso due importanti campagne: Vivi con stile -viviconstile.org- campagna di consigli pratici e quotidiani per il risparmio sui consumi e il miglioramento della qualità della vita; e Con stile , cambio vita a Milano -constile.milano.it- la campagna 2012 di Legambiente, patto di cittadinanza tra amministrazione comunale e associazioni per il cambiamento degli stili di vita e di mobilità a Milano.
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I petrolieri vincono sui media, ma la battaglia è un'altra

DAL SITO QUALENERGIA.IT

"Il petrolio sarà abbondante grazie alle nuove tecnologie". E' questa la controffensiva comunicativa dell'industria, ma l'economia mondiale dimostra di non reggere gli alti prezzi dell'oro nero. Gli analisti del picco del petrolio hanno ragione, ma ora sta vincendo il messaggio dell’industria dei fossili.
L’industria petrolifera è capace di manipolare i mass media (alcuni arrendevoli, altri prezzolati), Governi, partiti e cittadini, che peraltro avrebbero a disposizione su internet numerose fonti ufficiali per capire che la situazione non è così rosea né limpida. Anche sul gas, l’industria del settore negli USA sta comprando spazi televisivi per raccontare agli americani che per questo fonte non dovranno preoccuparsi almeno per i prossimi 100 anni. Anche se poi le ultimissime stime del Governo sull’offerta futura del gas USA sono state decisamente ridimensionate.
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Route, l'app che ti paga se non guidi

DAL SITO WIRED.IT

A Londra più sei ecologico, più guadagni buoni sconto. Tutto grazie a un’app pensata per chi macina chilometri a piedi, in bici o con i mezzi pubblici.
A camminare si guadagna. Non solo tono muscolare, ma anche soldi, sotto forma di buoni sconto. Almeno per chi abita a Londra, che ora è spronato a usare le gambe e la bici da un ’app.
Re:route (iOS, gratis), permette di calcolare il percorso più ecologico con bici, camminate e, per i luoghi più lontani, bus o metro. Ma la sua particolarità, alla fine del viaggio, è di premiare l’utente che si è mosso usando le proprie gambe. Come? Con punti che possono essere riscattati e usati in diversi negozi della città, da Cineworld a Planet Organic. Un percorso di media distanza, per dire, accredita 5 punti: con 75 si ottengono 5 sterline di sconto da spendere in vino o fiori da Marks & Spencer.
Attenzione però: l’app, lanciata da Transport for London, il servizio dei trasporti pubblici locali, e dall’azienda di riciclaggio Recyclebank, non lascia spazio ai furbetti. Un timer e la localizzazione Gps dovrebbero controllare che lo spostamento sia stato davvero ecologico.
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Addio all’orso polare entro 10 anni.Gli studiosi: “Troppo poco ghiaccio”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Addio all’orso polare: si estinguerà nei prossimi dieci anni. Colpa della drastica riduzione del suo habitat, disciolto inesorabilmente dal global warming. Il più grande carnivoro terrestre (sfiora la tonnellata) è ormai ridotto a pochi esemplari, che vagano nelle zone artiche intorno al polo nord.
“I negazionisti non si comportano come gli scienziati, ma come gli avvocati: non appena vedono una prova contro il loro cliente (come l’industria dei combustibili fossili), fanno di tutto per confondere il giudice e la giuria”. In effetti, oltre a ridare credito agli studiosi del clima, questo mega-studio potrebbe seppellire gran parte delle teorie eco-scettiche, per cui l’uomo non ha nulla a che fare con i cambiamenti climatici.
Che ci sia o meno l’essere umano all’origine del surriscaldamento globale, la continua diminuzione dello strato della calotta artica, che proprio quest’estate ha visto il 97% dei ghiacci della Groenlandia scomparire in soli 4 giorni, sta avendo pesanti effetti sulle possibilità di sopravvivenza di un numero crescente di specie viventi.
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Piromani: e se cambiasse la pena?

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Nel 2012, in Italia gli incendi sono in aumento dell’80% rispetto al 2011, grazie alla siccità paurosa, ma soprattutto grazie ovviamente alla mano dell’uomo, visto che l’autocombustione è una favola. Ma la notizia del disastro non buca, a meno che non siano a rischio vite umane od abitazioni, o a meno che non vada in fumo un’area di particolare pregio (la Riserva dello Zingaro, in Sicilia, ha bruciato per ben due volte negli ultimi anni, per non parlare del Parco del Pollino). Quasi che invece fosse normale perdere migliaia di ettari di bosco o di macchia mediterranea, quasi che un incendio non fosse un ecocidio, che distrugge piante e animali e da cui la natura si riprenderà solo dopo decine di anni.
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Area C, ecco le modifiche della Giunta Pisapia per ripartire a metà settembre

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Il Comune di Milano sta ultimando i correttivi ad Area C per superare la bocciatura del Consiglio di Stato di fine luglio e riattivare la congestion charge il prima possibile. Aggiornamento del Piano generale del traffico, attuazione della convenzione con le autorimesse, concessioni ai residenti, “giovedì dello shopping”, modifiche e potenziamento di alcune linee ATM: questi i principali interventi previsti.
I risultati positivi ottenuti con Area C (-34% di traffico in Centro e -7% in tutta Milano) ai quali i milanesi non vogliono rinunciare.
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Il braccio di ferro fra Ilva e Procura

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Sulla vicenda dell’Ilva di Taranto sembra diffondersi la sensazione che l’azienda – grazie ai suoi avvocati – stia vincendo e abbia ottenuto il permesso di continuare a produrre e a inquinare.
Non dobbiamo farci depistare dal fatto che per ora non ne venga data esecuzione tecnica. La proprietà dell’Ilva sta certamente usando tutti i suoi avvocati per schivare il provvedimento, ritardandolo, e soprattutto sta usando l’arma mediatica per delegittimare il gip Todisco, facendola apparire come un magistrato perdente. Benché in alcuni aspetti esecutivi l’azienda sia riuscita a ottenere delle piccole vittorie, nella sostanza non è riuscita a intaccare la parte più importante dell’ordinanza che impedisce la facoltà d’uso a fini produttivi e decreta la necessità di cessazione del pericolo in tempi brevissimi, a tutela della salute e della vita.
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Caccia: plauso delle associazioni al ministro Catania

COMUNICATO STAMPA LEGAMBEINTE NAZIONALE

Legambiente, Lega Italiana Protezione Uccelli e WWF Italia condividono appieno le preoccupazioni del Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, che lo hanno indotto a chiedere il posticipo della stagione venatoria e invitiamo il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a coordinarsi per assumere le dovute iniziative.
Come ben evidenziato dal Ministro Catania la straordinarietà della condizioni climatiche, la siccità e gli incendi che sono divampati lungo tutto il territorio hanno prodotto un grave impatto sugli ambienti agricoli e forestali.
Nonostante il parere non favorevole dell’ISPRA, l’Ente competente in materia, le Regioni hanno varato i calendari venatori prevedendo addirittura la cosiddetta pre-apertura, ossia il via libera anticipato alle doppiette: una prassi che colpisce un periodo delicato per molti animali ancora attenti alla cura dei giovani nati o in attesa della migrazione.
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Germania, energia pulita e autoprodotta

DAL SITO QUALENERGIA.IT

Non fa bene solo perché è pulita ma anche perché è distribuita e democratica. L'energia da fonti rinnovabili, come su queste pagine scriviamo spesso, non è una rivoluzione solo perché riduce le emissioni di gas serra, ci evita le esternalità negative delle fossili e migliora la sicurezza energetica, ma anche perché permette di passare da un sistema energetico centralizzato, basato su grandi impianti concentrati nelle mani di grossi gruppi industriali come le centrali termoelettriche o nucleari, a uno in cui la produzione di energia è distribuita in impianti più piccoli, è più vicina ai punti di consumo e può essere gestita direttamente dai cittadini, sia in caso realizzino un impianto fotovoltaico sul tetto sia quando si riuniscano in cooperative comunitarie.
In Germania: sono 80mila i tedeschi che partecipano a cooperative per la produzione di energia pulita.
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Dal 2050 basta mangiare cadaveri. O forse no

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

2050, tutti vegetariani: ecco la dieta del futuro. Leggeva e commentava: “Lo vedi che ho ragione? Ma quand’è che voi maledetti carnivori vi darete una svegliata? Siete dei mangiatori di cadaveri, Lorenza, vi fate del male e fate male al nostro pianeta!”.
“Entro quaranta anni la popolazione mondiale aumenterà di due miliardi e le risorse idriche scarseggeranno. Secondo un team di studiosi svedesi, per evitare carestie dovremo mangiare frutta e verdura anziché bistecche”.
ripensavo alla promessa che ho fatto tanti anni fa, mai tradita, di mangiare consapevolmente. Consumare poca carne, comprare solo da chi alleva animali nel rispetto della salute e della vita stessa, seguire rigorosamente la stagionalità degli alimenti. E magari trasmettere ai più giovani questo tipo di attenzione educandoli ad un’alimentazione corretta sin dall’infanzia. Non sarebbe questa una soluzione più equilibrata, meno drastica, più rispettosa della nostra stessa cultura?
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Regione Piemonte – Sanità: Ospedali di Torre e Pomaretto: è iniziato lo smantellamento?

DAL BLOG DI FRANCO STANO

Non sono passati due mesi da quando la direzione dell’Asl To3 di Pinerolo-Collegno assicurava: «Gli ospedali valdesi di Torre Pellice e Pomaretto non verranno toccati».
la struttura di Pomaretto sarà dotata di 30 posti di Riabilitazione (attualmente conta 24 posti letto di Lungodegenza, 18 di Riabilitazione e 5 di Oncologia, per un totale di 47 posti letto); nella struttura di Torre Pellice sono previsti invece 30 posti di Lungodegenza (attualmente qui ne contiamo 22, 16 di Riabilitazione e 8 di Geriatria, per un totale di 46 posti letto). I tagli sono evidenti: 33 posti letto in meno, dagli attuali 93 ai previsti 60.
Verrebbero cancellati gli 8 posti di Geriatria e i 5 di Oncologia, 4 letti di Riabilitazione e 16 di Lungodegenza.
Daniele Varese, fisiatra nelle strutture dell’Asl To3: «Accorpare tutta la Lungodegenza in una struttura e tutta la Riabilitazione in un’altra significa impedire a fisiatri e internisti uno scambio professionale costante e necessario per la gestione di quei pazienti che hanno caratteristiche sia riabilitative che internistiche, presenti nei due reparti». Sposteremo in ambulanza i pazienti ogni volta che sarà necessario? E le palestre per 30 pazienti a Pomaretto dove sono? Per saperne di più leggi l'articolo: Regione Piemonte – Sanità: Ospedali di Torre e Pomaretto: è iniziato lo smantellamento?

Siccità e incendi, campagne stremate "Stagione della caccia da rinviare"

DALLA REPUBBLICA.IT

"L'apertura della stagione della caccia, là dove gli incendi sono stati più aggressivi, dovrebbe essere posticipata". Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania.
I boschi d'Italia, stremati dalla siccità e da questo incendio che da ottanta giorni distrugge l'habitat di cinghiali e quaglie, volpi e tortore, ora devono aprirsi ai cacciatori.
Gli etologi parlano di stress fisico degli animali, aumento della mortalità di giovani e adulti, riduzione delle loro risorse alimentari e degli habitat disponibili.
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14 ottobre. Giornata Nazionale del Camminare: cos'è e chi ci sarà...

DAL SITO ECO DALLE CITTA'

Bologna, Reggio Emilia, Bari, Firenze, Foligno, Genova, Milano, Rieti e Torino: sono le prime città ad aver aderito alla Giornata Nazionale del Camminare organizzata da FederTrek che si terrà, per la prima volta, il prossimo 14 ottobre.
"La Giornata Nazionale del Camminare - scrivono gli organizzatori - è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente co-promossa da importanti città, vuole essere l’occasione per amplificare la sensibilizzazione di istituzioni, associazioni e singoli cittadini, che in molte realtà italiane si stanno "incamminando" nella giusta direzione.
La Giornata, per non voler essere troppo circoscritta nel tempo, avrà un anticipo nella settimana che precede l’evento, attraverso importanti iniziative di sensibilizzazione rivolte al mondo della scuola e del lavoro per motivare studenti ed adulti a raggiungere la scuola o l’Ufficio con i mezzi pubblici e a piedi.
La campagna di sensibilizzazione avrà momenti importanti di confronto con esperti del settore che affronteranno il tema a 360° sviscerando tutti i vantaggi sulla salute, sull’ambiente e su una diversa fruizione turistica della città e degli ambienti naturali".
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Democrazia partecipata per il PAC, la politica agricola comune dell’Unione Europea

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

PAC, la politica agricola comune dell’Unione Europea. Un tema che quasi tutti considerano per addetti ai lavori, salvo che di contadini in giro ce ne sono sempre meno. Eppure faremmo meglio a interessarci di più della faccenda. C’è in gioco una fetta enorme del bilancio comunitario (il 43% delle risorse complessive, per un totale di circa 55 miliardi di euro), ma soprattutto si sta parlando di quello che mangeremo nei prossimi anni, di come sarà prodotto, e di quali effetti avrà la produzione necessaria a sfamare centinaia di milioni di europei sull’ambiente e sui rapporti tra il nord e il sud del mondo.
Se la cosa vi sembra importante, se anche non ci avevate mai pensato prima ma avete comunque a cuore un’agricoltura che possa nutrirci senza avvelenare il pianeta e affamare una parte dei suoi abitanti (a partire proprio dai contadini), potete partecipare alla photo action indetta dagli organizzatori della Good Food March: mandate un vostro ritratto con in mano una semplice richiesta che volete far arrivare a Bruxelles a chi deciderà cosa troveremo in futuro nel nostro piatto.
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“Food security” ovvero sicurezza di accesso al cibo per tutti

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Secondo la Fao oggi il 13,4% del pianeta (quindi un miliardo di individui) è denutrito e il numero di persone denutrite cresce anche nei paesi sviluppati: 19 milioni di persone nel 2010, vale a dire il + 54% in tre anni.
Oramai è chiaro che gli eventi meteorologici estremi sono destinati ad aumentare, e questo avrà ovviamente effetti importanti sulle coltivazioni, e di conseguenza sugli stock alimentari e i prezzi, in una sorta di “spirale di Escher”.
Al di là di quello che deve fare la politica, di cui siamo, come cittadini, la fondamentale cellula base, tutti noi abbiamo un ruolo importante. Infatti effettuando scelte di acquisto consapevoli e mettendo in atto comportamenti responsabili contribuiamo a evitare che si creino spirali nocive senza fine.
Fondamentale è la nostra consapevolezza rispetto all’impatto che i differenti stili di vita hanno sul cambiamento climatico e sulla sostenibilità della catena alimentare.
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E’ finita la terra da coltivare

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Qualche giorno prima dell’Overshoot day (N.D.R, 23 agosto), è arrivata una notizia: l’Italia non è autosufficiente.
Non può produrre tutto il cibo di cui avrebbe bisogno. Almeno questo sulla carta. Al di là dei dubbi fondati o meno, il dato certo è che sono stati persi 2 milioni di ettari di suolo, una superficie grande quanto il Veneto, e tutto è accaduto nell’arco di 10 anni, è l’allarme lanciato dalla CIA (Confederazione italiana agricoltori) pochi giorni fà.
Negli ultimi 10 anni sono state cotruite la bellezza di 4 milioni di case e la cosa ancora più agghiacciante è che 5,2 milioni sono sfitte.
L’Italia non è autosufficiente, passando da esportatori a importatori, per il grano tenero, riusciamo a produrre solo il 50% al di sotto delle quantità necessarie, mentre per il grano duro siamo completamente in rosso, arriviamo al 70-80%.
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Moduli fotovoltaici, continua il calo dei prezzi

DAL SITO QUALENERGIA.IT

I moduli fotovoltaici continuano a diminuire di prezzo. Mentre in Italia siamo sempre più vicini al momento in cui il fotovoltaico non potrà più contare su nessun tipo di incentivo, quella che arriva dagli ultimi dati di IMS research è una notizia buona per installatori e consumatori e cattiva per la parte a monte della filiera, messa a dura prova dai prezzi stracciati.
A luglio il calo è di un meno 2,4% in media, con cali più significativi per i prodotti occidentali (-5%) che per quelli cinesi. In media un modulo in silicio cristallino a luglio di quest'anno è costato il 44% in meno rispetto a un anno fa: quelli cinesi tier 1 sono stati venduti in media a 0,771 $/Wp, quelli di qualità minore, i tier 2 e tier 3, rispettivamente a 0,726 $/Wp e 0,710 $/Wp.
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Movimento per la decrescita felice con FIOM e M5S? Chiariamo

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Il Movimento per la decrescita felice non intende partecipare alla costituzione di un nuovo soggetto politico, ma ad aggregare il maggior numero di soggetti della società civile, imprenditoriali, sindacali, professionali, amministrativi nella realizzazione di una politica economica in grado di superare la crisi non tentando velleitariamente di riproporre una crescita quantitativa non auspicabile, ma introducendo elementi di carattere qualitativo nella valutazione del fare umano, con la consapevolezza che sempre più spesso in questa fase storica il meglio coincide col meno.
Pallante: "Noi ci occupiamo di promuovere le tecnologie che riducono lo spreco di risorse e forme associative tra gli imprenditori che le producono e le installano; di promuovere stili di vita liberi dai condizionamenti del consumismo; di elaborare proposte di politica amministrativa finalizzate a ridurre i consumi inutili di risorse e di proporle a chi siede nelle assemblee elettive perché le trasformi in delibere. Di fatto gli unici ad aver inserito nei loro programmi elettorali le nostre proposte sono stati i gruppi del Movimento 5 Stelle, con cui si è oggettivamente realizzata una forte sintonia sui contenuti."
Alla Fiom apprezziamo la coerenza con cui si sono fatti interpreti di un principio di civiltà che può essere definito kantianamente come la scelta di non considerare mai gli esseri umani come mezzo, ma sempre come fine . Non si possono subordinare i diritti fondamentali delle persone ai tentativi di attirare investimenti stranieri per rilanciare la crescita o ai tentativi di far crescere l’economia con produzioni devastanti per la salute e per gli ambienti (Ilva). La difesa senza compromessi di questo principio di civiltà è ragione più che sufficiente per confrontarsi sui contenuti.
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La falsa dicotomia tra economia e ecologia

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Articolo 9 della Costituzione:“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
Da una parte, come ha ripetuto Settis, ci sono quelli che vedono l’ambiente e il paesaggio come bene pubblico spettante all’intera comunità, mentre dall’altra ci sono gli “squali”. I primi sono quelli che vorrebbero conservare la terra per le generazioni future, mentre i secondi sono quelli che non riconoscono il paesaggio perché vedono solo “proprietà fondiarie” da sfruttare e monetizzare
La falsa dicotomia è quella che vede l’economia e l’ecologia in conflitto. Su questa premessa dagli anni ’80 in poi l’Italia è stata devastata da innumerevoli condoni e deroghe ai vincoli ambientali, senza che ne derivassero alcun vantaggio economico nazionale documentabile. Siamo sempre qui a parlare di crisi. La risposta del manifesto del professore si riassume in due parole: “legalità” e “moralità”. Per saperne di più leggi l'articolo: La falsa dicotomia tra economia e ecologia

Monti sotto il ricatto delle lobbies dell’energia sporca?

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Jacopo Fo: "Non so proprio cosa pensare di Monti. Sicuramente ha realizzato alcune iniziative necessarie ma su alcuni fronti non si capisce proprio quel che fa. Sull’energia, in particolare, sta portando avanti iniziative che vanno nella direzione opposta all’efficienza e alla crescita".
Aspo Italia (l’associazione che studia il picco del petrolio e che protesta per la riduzione degli incentivi alle fonti rinnovabili e per il fantasioso piano petrolifero ): “Le scelte effettuate nel piano sono tecnicamente e strategicamente sbagliate. Il piano sostiene che lo sviluppo dello sfruttamento petrolifero porterà dal 7% al 20% il contributo delle risorse nazionali ai nostri consumi, trascurando tuttavia di specificare per quanti anni questo sarà possibile. Secondo le nostre stime, date le riserve riportate da diverse fonti, un tale livello di produzione ci porterebbe a esaurirle interamente in 13 anni nelle condizioni più favorevoli; ma più realisticamente in 4-5 anni.
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Comunicato Stampa: Assegnazione Bandiera Verde Carovana delle Alpi di Legambiente al Comitato Treno Vivo Valpellice


Torre Pellice, 23 agosto 2012                                                    Comunicato stampa

Con la giustificazione dell'efficienza e del risparmio, l’assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte ha deciso di cancellare 12 linee ferroviarie, a partire dallo scorso giugno.
Sotto la scure dei tagli sono finiti i cosiddetti “rami secchi” della rete piemontese, quelli cioè a basso utilizzo, che garantiscono meno dell'8% della copertura dei costi con i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti.
Una delle tratte colpite è la linea ferroviaria Torre Pellice – Pinerolo, parte dell’originale tratta Torre Pellice - Torino che, entrata in servizio nel lontano 1882, ha da sempre rappresentato il mezzo principale di collegamento tra la Valpellice e il capoluogo.
Il Comitato Treno Vivo  Valpellice ha messo in atto diverse iniziative per difendere questa linea, la “nostra” linea, dimostrandosi un bellissimo esempio di democrazia partecipata a cui hanno preso parte i pendolari, le associazioni, gli amministratori (tutti i paesi da Pinerolo a Torre Pellice sono rappresentati), ma anche tanti comuni cittadini della Valpellice, spinti dalla consapevolezza che il treno sia una risorsa imprescindibile per un territorio montano che vede di anno in anno i propri servizi spostarsi verso le aree metropolitane.
E’ per questo motivo che Legambiente ha deciso di assegnare la Bandiera Verde della campagna Carovana delle Alpi al Comitato Treno Vivo Valpellice, “per le molteplici attività a salvaguardia della mobilità sostenibile e per le proposte per realizzare un modello di mobilità da esportare in ambiente alpino”.
La Cerimonia di assegnazione avverrà sabato 1° settembre alle ore 21 in Comunità Montana a Torre Pellice, corso Lombardini 2, in occasione dell’Incontro Pubblico organizzato dal Comitato Treno Vivo Valpellice “LA SCUOLA  RIAPRE, IL TRENO RIPARTE?

Urbanistica partecipata: un esempio a Capannori

DAL SITO COMUNI VIRTUOSI.ORG

Oltre 500 i suggerimenti provenienti dai cittadini coinvolti nel progetto di “Urbanistica Partecipata”, portato avanti dall’amministrazione comunale di Capannori (LU) con oltre 30 assemblee sul territorio.
C’è chi è disposto a cedere un po’ del suo terreno per realizzare una nuova rotonda sul viale Europa a Marlia e chi, invece, propone di mettere la sua terra a disposizione dell’amministrazione comunale per creare una pista ciclabile che colleghi un parcheggio pubblico di Marlia al parco fluviale di Lucca.
Oltre a una grande partecipazione numerica, quindi, la comunità capannorese ha dato prova di una partecipazione di qualità. Adesso le ipotesi di pianificazione urbanistica pervenute dal territorio saranno valutate dagli uffici competenti. Perché una proposta trovi accoglimento, infatti, dovrà risultare in linea con gli indirizzi votati unanimemente dal consiglio comunale e sostenibili dal punto di vista tecnico.
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Ripresi gli affidi dei beagle di Green Hill: anche le mamme ora cercano casa

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Sono ripresi gli affidi dei beagle di Green Hill, posti sotto sequestro probatorio per il reato di maltrattamento, e ora tocca alle mamme dell’allevamento di Montichiari.
Oltre ai cuccioli appena svezzati e in via di svezzamento, sono in attesa di una nuova casa anche 35 femmine tra i 2 e i 5 anni, sotto custodia giudiziaria di Legambiente. “Sono le fattrici dell’allevamento – spiega Cristina Dominici, educatrice cinofila di Legambiente – cagne destinate esclusivamente alla riproduzione che, nonostante l’età, non hanno alcuna esperienza del mondo al di fuori del capannone buio e della gabbia in cui sono vissute.
Riconquistare una normale vita da cane per loro può essere complesso, per questo è necessario che gli affidatari siano persone seriamente motivate, con esperienza e una buona dose di pazienza”.
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Il rilancio di Chernobyl con le rinnovabili?

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Pannelli fotovoltaici, pale eoliche e impianti di cogenerazione che si occuperebbero di smaltire la grande quantità di legna ancora contaminata dall’esplosione della centrale nucleare a distanza di oltre 26 anni.
I territori colpiti dalle radiazioni coprirono un’estensione di quasi 60mila chilometri quadrati in Russia, 43.500 in Bielorussia (l’equivalente di quasi il 23% dell’intero stato) e 37.600 in Ucraina di cui 18mila terreni abitabili e il restante costituito da boschi e aree verdi. In questo primo progetto approvato nel corso dell’estate dall’Ucraina sarebbero coinvolti quasi 2.600 chilometri quadrati dell’area di sicurezza attorno ai reattori di Chernobyl, con l’obiettivo principale di dare una seconda vita ai terreni praticamente inutilizzabili oltre che fornire un segnale concreto dell’impegno politico sull’intera faccenda.
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Consigli pratici di come difendersi adesso dall'ILVA

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

I proprietari dell’Ilva e i tecnici indicati dal tribunale sono seduti attorno ad un tavolo per identificare le forme di bonifica più idonee per salvaguardare la salute dei lavoratori e degli abitanti di Taranto.
Le soluzioni che identificheranno saranno sicuramente un compromesso tra ciò che è tecnicamente possibile fare, ciò che sarebbe opportuno fare e ciò che il portafoglio dei proprietari pesantemente rimpinguato da quello della comunità è disposto a fare. Qualcosa certamente sarà fatto. Quando, che cosa e come, non lo sappiamo.
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Le discariche: “miniere metropolitane” per il recupero degli imballaggi

DALL'ECO DALLE CITTA'

«Con miniere metropolitane ci riferiamo a quella parte di materiali di imballaggio che al momento sono ancora avviati a smaltimento in discarica e che invece potrebbero essere reimmessi nel ciclo produttivo e diventare così materie prime seconde a disposizione delle imprese.
Nel caso di Napoli si è notato un cambio di marcia rispetto all'amministrazione precedente. Certamente i problemi di Napoli sono notevoli e la città ha inoltre una caratteristica territoriale particolarmente complessa. Attuare quindi dei cambiamenti importanti non è così facile. Mi pare comunque che il percorso intrapreso sia corretto e le indicazioni che sono state date al gestore (Asia) vadano nella direzione giusta.
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Smog: in arrivo pedaggi autostradali più leggeri per chi inquina meno

DALL'ECO DALLE CITTA'

Il ministro dell'Ambiente ha elaborato una proposta in 5 punti per migliorare la sostenibilità dell'economia italiana. Tra le misure suggerite c'è la diversificazione dei pedaggi autostradali in base ai consumi dei veicoli.
Si tratta, spiega lo stesso ministro dell'Ambiente, di una misura «già applicata in altri Paesi europei, che avrebbe il duplice effetto di usare la leva del prezzo per modificare le modalità di trasporto e fare cassa a favore di programmi per la mobilità sostenibile». I proventi derivati dai maggiori costi a carico degli inquinatori peggiori sarebbero infatti destinati a un Fondo nazionale per la mobilità sostenibile.
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Altre ILVA in Italia, Portoscuso e Porto Torres

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

A Portoscuso le tre industrie Eurallumina, Portovesme srl e Alcoa annaspano. E’ un terremoto sociale. All’Alcoa lavorano circa 600 operai. Ma l’indotto vale molti più posti. Portoscuso conta 5.300 abitanti e con le industrie fallisce il paese. In questi anni non è stata proposta un’alternativa. L’agricoltura intorno è stata cancellata. Enorme la quantità di residui tossici ed è in corso un processo per traffici illegali di quelle sostanze pericolose. La mortalità per malattie respiratore è raddoppiata negli uomini di Portoscuso (205 casi contro 125 attesi). I morti per malattie polmonari provocate dalle polveri sono quattro volte quelli della popolazione normale (117 casi contro i 30 attesi).
A Porto Torres l’avvelenamento dei suoli e delle acque è talmente grave che lo Stato si è costituito parte civile al processo contro Polimeri Europa e Vinyls e il Ministero dell’Ambiente chiederà i danni per lo smaltimento in mare di cadmio, mercurio, cianuri, benzene, idrocarburi. Gli stabilimenti spenti continuano a inquinare le falde. E così la contaminazione aumenta insieme alla disoccupazione. Nell’acqua di falda le concentrazioni del cancerogeno benzene sono 400.000 volte superiori al limite di 1 microgrammo per litro. Una distilleria di benzene. Nel mare del porto industriale il benzene è “solo” 2000 volte superiore alla norma. Se ne percepisce perfino la presenza nell’aria.
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Anonymous attacca: “L’Ilva di Taranto ha manipolato valori delle emissioni nocive”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Anonymous Italia ha lanciato l’operazione “Green Rights”. Nel mirino degli hacktivist c’è l‘Ilva di Taranto. Nel loro comunicato dicono di aver “bucato” il database aziendale e di aver scoperto che le rilevazioni dei valori delle polveri sottili sono stati “manipolati”. “A seguito delle nostre ricerche, emerge che i grafici dei valori delle polveri sono stati manipolati“. Il testo continua puntando il dito contro “gli interessi economici e l’avidità di padroni e istituzioni relegano in secondo piano i diritti umani e ambientali”.
Oltre ad aver “avvelenato gli operai e i cittadini di Taranto” continuano gli Anonymous, l’acciaieria “ha anche agito in modo tale da oscurare la verità a spese della salute pubblica e dell’ambiente”.
Quindi da Anonymous invitano gli operai e cittadini di Taranto, a “lottare per difendere non solo il posto di lavoro ma anche la salubrità, è un diritto e un dovere allo stesso tempo. Chi ricatta i propri dipendenti obbligandoli a scegliere fra salario o malattie è solo un deplorevole profittatore accecato dal denaro”.
Per saperne di più leggi l'articolo: Anonymous attacca: “L’Ilva di Taranto ha manipolato valori delle emissioni nocive”

Nel Mediterraneo 3 miliardi di rifiuti fanno strage di uccelli e mammiferi

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Si stima che 6,4 milioni di tonnellate di rifiuti galleggino ogni anno negli oceani del pianeta. E che ogni anno nel mondo siano prodotti 260 milioni di tonnellate di plastica, di cui circa il 10% finisce in mare. Una quantità che è centuplicata negli ultimi quarant’anni.
Circa 1 milione di uccelli marini e 100 mila mammiferi marini muoiono a causa dei rifiuti in mare ogni anno. In particolare, la plastica sta intossicando 267 specie animali: 86% delle tartarughe marine, 44% di tutte le specie di uccelli marini e 43% delle specie di mammiferi marini. La plastica è costituita da polimeri sintetici originati dal petrolio e col tempo non si distrugge, ma si scompone in frammenti molto piccoli, perfino più sottili di un capello, chiamati “micro-plastiche”: 250 miliardi di micro-particelle di plastica sono presenti sui litorali di Francia, Spagna e Nord-Italia secondo l’ultimo dossier del WWF.
le maggiori concentrazioni si hanno intorno all’Isola d’Elba e in Costa Azzurra, ma anche in Corsica e presso l’Arcipelago Toscano. Dato che la maggior parte dei rifiuti non è biodegradabile, ci vorranno decenni o perfino secoli perché i microframmenti di plastica si decompongano completamente: dai 20-30 anni di un cotton-fioc ai 100-1000 anni di un sacchetto di plastica, fino ai 1000 anni di una bottiglia di plastica.
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Video-lezione. Minieolico, quando e come applicarlo

DAL SITO QUALENERGIA.IT

Obiettivo della lezione è di illustrare le possibili di applicazione in Italia della tecnologia minieolica, presentando i criteri di scelta delle turbine e la individuazione del sito per assicurare i migliori risultati. Battisti, inoltre, fa alcune considerazioni sulla reddittività nell’applicazione di tali sistemi che si stanno affacciando da un pò di anni sul mercato.
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Qual è l'auto che consuma ed emette meno?

DAL SITO QUALENERGIA.IT

Qual è l'auto che fa risparmiare di più ed emette meno CO2? Uno strumento utile per scoprirlo è la nuova edizione della Guida al risparmio di carburante e alle emissioni di anidride carbonica delle autovetture, pubblicata ieri dal Ministero dello sviluppo economico (vedi allegato, pdf).
Attenzione però i consumi ufficiali dichiarati dalle Case automobilistiche - quelli che trovate sulla guida del Ministero - pur essendo utili per fare confronti e individuare trend, non corrispondono alla realtà. Test fatti su strada da diverse riviste specializzate hanno mostrato come nell'uso reale le auto consumano (e dunque emettono) dal 20 al 40% in più di quello che dichiarano le Case. La colpa non è tanto della malafede dei costruttori, quanto del sistema standardizzato per rilevare i consumi stabilito dalla normativa europea.
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Diossina, il controllo 24 ore su 24 che l’Ilva ha sempre schivato

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

La legge regionale sulla diossina (approvata nel dicembre del 2008) prevedeva il controllo continuativo della diossina. Ma non partiva.
Stiamo parlando del cosiddetto “campionamento continuo”.
Questo controllo “automatico” giorno e notte non è mai piaciuto ai Riva. E’ troppo rischioso mettere un sistema automatico nel camino che misura inflessibilmente la diossina anche quando i tecnici dell’Arpa vanno a casa.
Vennero allora Le Iene e andarono da Nichi Vendola chiedendo che applicasse la legge regionale. (Guarda il video)
Nichi Vendola disse: “Entro il 31 dicembre 2010 o l’Ilva ci certifica in continuo lo 0,4 nanogrammi a metro cubo di diossina e di furani oppure la legge dice che bisogna spegnere gli impianti”.
Sembrava una vittoria avergli strappato questa promessa. Nulla di fatto, invece!
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Manifesto SITAV a Torino, come si legge?

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

“Noi stiamo con chi lavora” vuole significare semplicemente che la TAV porta lavoro, che è poi quello che dice il governo di destra con il quale i Poco Democratici vanno a braccetto.
E qui si cade nel vecchio inghippo che in tempi di crisi (ma non solo) qualsiasi lavoro va bene, anche quello che distrugge il territorio e l’ambiente, anche quello che rovina la salute persino di quelli che lavorano (Ilva di Taranto insegna).
Eh, no, cari miei, non è così. Noi No Tav non sposiamo le vostre tesi e quelle di Confindustria che la TAV porta lavoro. Porta lavoro, sì, ma lavoro che a sua volta porta degrado del territorio. Perché non si fa invece pubblicità a quei 47.000 posti di lavoro che si calcola si creerebbero per mettere in sicurezza il fragile territorio italiano? Perché anziché creare nuovi dissesti, non si riparano quelli che già ci sono? Oppure perché non si investono i soldi pubblici nel rifacimento della rete idrica italiana che perde acqua come un colabrodo e questo stringe il cuore con la siccità che ci attanaglia?
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Contro la crisi, l'esperienza di Rete Energie

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Solare Collettivo: mettere insieme il contributo dei singoli per costruire impianti che producessero energia rinnovabile da rivendere tra i soci, era questo l’obiettivo della coopertiva sociale che volevamo fondare.
La prima volta che ci siamo trovati eravamo meno di una decina oggi siamo più di 450.
Il pezzo che manca è la distribuzione tra soci dell’energia prodotta, un’idea che per essere concretizzata ha bisogno di tempo, soldi e molte competenze, per questo passaggio abbiamo molta strada da fare, in termini numerici per gestire una fatturazione di tipo elettrico bisogna avere 6.000 utenze.
Nel frattempo abbiamo fatto un accordo con Trenta, distributore trentino d’energia rinnovabile – selezionato tra molti per le garanzie offerte a proposito di sostenibilità e trasparenza – e come soci di Retenergie – l’associazione è aperta a tutti – possiamo acquistare la loro energia a condizioni particolarmente favorevoli.
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Alternative ecologiche all'aria condizionata

DALL'ECO DALLE CITTA'

L'estate 2012 è stata, per la maggior parte degli Italiani, un'esperienza “torrida”, tanti che sempre più famiglie non esitano a ricorrere all'aria condizionata per trovare un po' di refrigerio. Eppure, le alternative al climatizzatore esistono e sono spesso più ecologiche e meno dispendiose. Vanno dal classico ventilatore alla scelta di indumenti leggeri e comodi, dalle misure di adattamento al cambiamento climatico su scala cittadina ai sistemi di raffrescamento non elettrici.
Si tratta di tecniche molto diffuse?
Nel resto d'Europa queste tecnologie si sono ormai affermate, ma in Italia restano ancora in fase di sperimentazione. A incidere sulle difficoltà di diffusione non è soltanto la conoscenza ancora marginale di questi sistemi, ma anche i costi che, vista la scarsa richiesta di mercato, sono ancora piuttosto alti.
Per saperne di più leggi l'articolo: Il girotondo in... Il girotondo intorno all’Ilva

Ilva, è ora di cambiare: in Corea del Sud si fà già

DAL SITO QUALENERGIA.IT

Le foto che mettono a confronto i parchi minerari di Taranto, fonte di tanti guai, e quelli modernissimi della acciaieria della Hyundai in Corea del Sud raccontano più di tante parole.
Il colosso automobilistico del sud est asiatico rampante, nel momento in cui ha voluto dotarsi di una propria acciaieria lo ha fatto con le attenzioni più alte alla tutela dell'ambiente. Altro che concorrenza sleale de paesi emergenti! Qui sembra proprio il contrario.


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Il girotondo intorno all’Ilva

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Proviamo a sintetizzare la situazione. Una fabbrica inquina persone ed ambiente. Chi trae profitto dall’attività della fabbrica – e ricordiamo che prima degli attuali proprietari il proprietario fu lo Stato – non si è preoccupato più di tanto degli effetti collaterali della lavorazione industriale. Non legge i bollettini delle persone ammalate e che poi muoiono: tutti tabagisti incalliti, asseriva un’autorità del luogo. Non pone attenzione ai comitati cittadini che denunciano la cosa. Non fa troppo caso alla la polvere rossastra ferrosa che dentro e fuori la fabbrica ricopre ogni cosa. Non vede lo smog che tutto l’anno circonda l’area, tranne quando il vento, le tempeste, bontà loro, non trasportano la polvere in altri siti, inquinando qualcun altro. Loro dormono fra due guanciali: è tutto ok.
La sveglia a costoro la dà un procuratore della Repubblica. Allora ci si sorprende. Ci si agita. Si telefona ad amici per chiedere aiuto. Loro possono sempre contare su amici. Se non l’aveva fatto prima o l’aveva fatto in maniera parziale, una persona intelligente avrebbe cominciato immediatamente a mettere in atto qualche sorta di bonifica, se non altro per far vedere la ”buona fede”. Perché sicuramente un piano di bonifica nei loro cassetti ci deve essere. No, aspettano che lo Stato, ricattato con i posti di lavoro, vada in loro aiuto. E lo Stato, con i soldi delle nostre tasse, promette di pagare per un’ipotetica bonifica.
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Civitavecchia, il sindaco: “Emissioni troppo alte, chiudo la centrale Enel”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Dopo i numerosi attacchi subiti da parte di Greenpeace – ultimamente riconosciuti legittimi dal Tribunale civile di Roma – adesso l’Enel rischia di vedere apporre i sigilli ad una delle sue otto centrali a carbone presenti sul territorio italiano. A minacciare il colosso italiano dell’energia elettrica è il neo sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei: “Chiuderò lo stabilimento Enel di Torrevaldaliga Nord – ha annunciato nei giorni scorsi il primo cittadino – Civitavecchia sembra la Pianura Padana e non per colpa della nebbia, ma di questa polvere gialla che proviene dalla centrale”.
ciò che più allarma sono le emissioni prodotte: “Torrevaldaliga Nord brucia migliaia di tonnellate di carbone in più rispetto ai limiti consentiti dal ministero dell’Ambiente – continua nel suo j’accuse il sindaco di Civitavecchia –. E di conseguenza i livelli di inquinamento sono altissimi”. Pronta la risposta dell’Enel: “L’impianto opera nel pieno rispetto delle severe norme sulle emissioni ed è l’eccellenza mondiale del carbone pulito. Ogni anno vengono effettuati oltre cento controlli in materia di ambiente e sicurezza”.
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Brindisi, polveri disperse dalla centrale Enel: la Provincia vuole 500 milioni

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

La Provincia di Brindisi vuole 500 milioni di euro di risarcimento per la dispersione di polveri di carbone dal nastro trasportatore della centrale elettrica Federico II di Cerano, impianto a 12 chilometri da Brindisi, da 2.640 megawatt.
I fatti contestati nell’inchiesta, da poco conclusa, risalgono a un periodo compreso tra il 2000 e il 2011. Secondo l’accusa non sarebbero state attuate le azioni necessarie per scongiurare o ridurre la dispersione della polvere di carbone che avrebbe così provocato “danni, insudiciamento e imbrattamento delle colture”. Agli imputati, oltre al getto di cose pericolose, è contestato anche il reato di danneggiamento.
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Le buone abitudini fin da piccoli: i bambini imparano per imitazione

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Una volta che un bambino si è abituato a sapori molto dolci, a cibi grassi o salati, all’uso continuo di bevande dolcificate, si creerà una sorta di necessità biochimica che lo spingerà a cercare sempre più spesso alimenti del genere. Le nostre abitudini alimentari si formano molto precocemente e alcune ricerche hanno dimostrato che gli alimenti di questo tipo provocano nel cervello un forte rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore della soddisfazione e del piacere, che spingerà la persona a cercare dosi sempre più alte dell’alimento che ne ha provocato il rilascio.
I bambini imparano per imitazione e non per imposizione. Sono lo specchio degli adulti e purtroppo le inconsapevoli vittime dei nostri errori. Noi diventiamo sempre più grassi, nervosi e sedentari. E così loro. E non diamo sempre la colpa agli altri, alla scuola, alla televisione, ai videogiochi. Per ottenere qualche risultato dobbiamo essere pronti a metterci in gioco in prima persona, dando il buon esempio e migliorando noi per primi le nostre abitudini di vita. A quel punto il bambino troverà del tutto normale e logico vivere in modo più sano.
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In vigore la nuova normativa Ue tutto pronto per la prima vendemmia bio

DALLA REPUBBLICA.IT

Dall'uva bio al vino bio. La prossima vendemmia sarà la prima a portare sugli scaffali di supermercati ed enoteche bottiglie certificate come biologiche non solo per l'utilizzo di vitigni coltivati "senza chimica" (alcune sostanze, come il verderame, sono in realtà tollerate), ma anche per il rispetto di una particolare lavorazione e trasformazione in cantina.
"Si poteva essere più ambiziosi, ma anche se si è trattato di un compromesso siamo decisamente soddisfatti - commenta la vicepresidente dell'Associazione italiana per l'agricoltura biologica Cristina Micheloni - l'importante era scongiurare ulteriori rinvii perché a fronte di un crescente interesse da parte dei consumatori, i nostri concorrenti extra europei si sono già dotati di apposite certificazioni".
"In Italia - ricorda ancora Micheloni - i vitigni biologici interessano una sperificie di 52mila ettari, pari a circa il 7% del totale. Per questi produttori il nuovo regolamento Ue è una grossa opportunità visto la rischiesta di vino bio che arriva dal Nord Europa, Regno Unito e Danimarca in testa".
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La politica della decrescita

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Visti gli effetti ambientali, sociali, economici ed occupazionali di un sistema ossessionato dalla crescita del Pil, serve una decrescita selettiva degli sprechi e delle inefficienze, sostenuta da una nuova politica economica e industriale. Per questo occorre però una nuova leva di politici, antropologicamente diversi da quelli che si sono formati nei partiti di destra e di sinistra o nelle loro associazioni collaterali, non omologati sul dogma della crescita, culturalmente estranei alle dinamiche politiche del secolo scorso, guidati nelle loro scelte dall’analisi e dalla risoluzione dei problemi.
La resistenza della Val di Susa alla costruzione della ferrovia ad alta velocità e le vittorie nei referendum contro il nucleare e la privatizzazione dei servizi idrici dimostrano che, nonostante la disparità delle forze in campo, la partita è iniziata e si può giocare.
Tutto lascia credere che questo esito sia ormai inevitabile. Che sia solo una questione di tempo. Se la prima a precipitare sarà la crisi climatica, sarà difficile trovare una via di scampo. Se invece la crisi climatica verrà ritardata dalla crisi economica o dalla crisi energetica, coloro che non si sono lasciati abbindolare dalla gigantesca opera di disinformazione e propaganda svolta dai mass media, e sono più di quanti si creda, possono evitare di rimanere sepolti dalle macerie.
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Terra, consumate in otto mesi le risorse di un anno. OGGI Overshoot Day

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Vivere al di sopra dei propri mezzi? Si può fare: basta accumulare debiti, o dare fondo ai propri risparmi. Gli effetti, però, possono essere nefasti. L’economia globale non ha solo debiti finanziari, ma anche e soprattutto ambientali: oggi, a nemmeno due terzi del 2012, è già l’Overshoot Day, giorno in cui si sono esauriti i beni naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno.
Avvertono gli scienziati, che non tiene conto di un aspetto fondamentale: “Mentre le economie, la popolazione e la domanda di risorse crescono, le dimensioni del nostro pianeta rimangono le stesse”. Urgono cambiamenti, dunque, perché “vivere in una situazione di Overshoot non è sostenibile nel lungo termine”. Scarsità idrica, desertificazione, ridotta produttività dei campi coltivati, collasso degli stock ittici e cambiamenti climatici: sono solo alcuni degli effetti del sovra-consumo di risorse che caratterizza gran parte delle economie globali.
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L'insetto-eroe che salverà le nostre castagne

DAL CORRIERE.IT

Dal 2002 il cinipide galligeno sta distruggendo i castagneti di tutt'Italia.
Nel 2011 la produzione è calata dell'80%. Ma ora si spera nel Torymus, il nemico giurato del killer dei castagni.
Per salvare i castagneti, le caldarroste e i derivati delle castagne dall’aggressivo cinipide galligeno (o vespa cinese), il lavoro del T. sinensis e della lotta biologica avviata con successo vent'anni fa in Giappone è l’unica soluzione.
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Caldo e incendi, estate di fuoco

DALLA REPUBBLICA.IT

Per gli esperti si tratta di una stagione che entrerà nella storia della metereologia italiana. Fino a 43 gradi percepiti in Piemonte e tremila interventi nella sola Milano negli ultimi tre giorni. Allarme incendi in tutta la Penisola
L'agricoltura. L'afa e il caldo torrido "bruciano" anche cereali e foraggi. E impennano i costi produttivi delle aziende zootecniche. Il settore potrebbe pagare pesantemente il crollo dei raccolti di soia (-50%) e di mais (-30%) e l'esaurimento delle scorte di foraggio. Il rischio è un importante ricorso all'import, che penalizzerebbe fortemente un settore già fortemente dipendente dall'estero.
Crollo della fertilità tra gli animali. Le ondate di caldo riducono anche la fertilità con un calo previsto fra il 10 e il 15 per cento delle nascite degli animali in stalla.
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Smog: in Costa Azzurra limiti di velocità più severi per contrastare l'ozono

DAL SITO ECO DALLE CITTA'

Destano allarme, nelle località delle Alpi Marittime francesi, i livelli di ozono negli strati bassi dell'atmosfera. Per evitare il peggioramento della situazione, le autorità locali hanno disposto un inasprimento temporaneo dei limiti di velocità sulle strade.Intanto, anche in Italia preoccupa la concentrazione di ozono troposferico
L'ozono troposferico, ovvero quello che si trova negli strati più bassi dell'atmosfera (la troposfera, appunto), è responsabile di affezioni più o meno gravi dell'apparato respiratorio, come crisi asmatiche, irritazioni e peggioramento di malattie croniche a carico delle vie aeree. La sua concentrazione nell'aria, di solito, aumenta nei mesi estivi e nelle ore più calde, dal momento che l'ozono troposferico si forma dalla reazione dell'ossigeno con il biossido di azoto (NO2) in presenza di composti organici volatili, forte irraggiamento solare e alte temperature atmosferiche.
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Stop al consumo di suolo: referendum, ora!

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO

Il cemento è un business -siamo i principali produttori e consumatori d’Europa-, le cave sono ovunque e i Comuni si sono venduti il nostro territorio per incassare (e spenderli in clientele) gli oneri concessori che chi costruisce deve versare allo Stato. E chissenefrega se aumentano le frane e le esondazioni dei fiumi. O se poi i Comuni si indebitano per portare infrastrutture e servizi nei nuovi quartieri.
La speculazione non si fermerà neanche durante la crisi, visto che per i prossimi venti anni è prevista la scomparsa di 75 ettari al giorno. Come già successo con l’Ilva, i soliti soloni sviluppisti ci diranno che però l’edilizia dà lavoro a tante persone e che è una parte importante del nostro PIL.
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Ma è vero che le energie rinnovabili occupano troppo spazio?

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO




Nella figura, il quadrato tratteggiato che vedete disegnato nel mezzo dell’Arabia Saudita, se tappezzato di pannelli fotovoltaici al 20% di efficienza, basterebbe per fornire energia elettrica in quantità pari a quella consumata in tutto il mondo (anzi, di più, perché nell’articolo estrapolano i consumi al 2020). Dodici quadratini neri come quello disegnato nella figura, sparpagliati per il deserto del Sahara, genererebbero anche quelli tutta l’energia elettrica consumata nel mondo.





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Diga di Belo Monte, energia rinnovabile ma non certo pulita

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO

Lula, che ha applicato la stessa tecnica colonizzatrice che applicava il Portogallo, nei confronti di ciò che oggi resta delle minoranze indigene. Una diga per tutte: quella di Belo Monte (ma accidenti perché le dighe hanno spesso nomi così belli?), sul fiume Xingu. Che, quando realizzata, sarebbe la terza diga al mondo a pompare energia per ingrandire il PIL della nazione, che quest’anno è diventata la sesta potenza al mondo superando la Gran Bretagna. Ma gli Indios del bacino dello Xingu giustamente se ne strafregano del PIL brasiliano, per loro i brasiliani sono solo degli sfruttatori che abbattono alberi per creare pascoli, o per costruire strade, che inquinano i fiumi col mercurio per ricavare oro, e che costruiscono dighe.
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Ilva, sarà una storia a lieto fine?

DAL SITO ASSOCIAZIONE COMUNI VIRTUOSI

Quanti permessi di costruire sono stati rilasciati dal Comune per consentire la realizzazione di case e appartamenti nel quartiere Tamburi, pur sapendo che non solo non si doveva più costruire ma anche spostare le famiglie che vivevano in quella zona?
Cosa hanno fatto e chiesto i sindacati per tutelare il lavoro dei propri iscritti, secondo il sacrosanto diritto a lavorare in sicurezza senza mettere in alcun modo a repentaglio la propria salute?
Perché le varie USL, Arpa e compagnia cantante non si sono accorte di quanto stava accadendo?
Per quale motivo, la politica locale e nazionale, nei decenni che precedono questo dramma, non ha saputo o voluto avviare o pretendere una lenta ma radicale trasformazione della lavorazione negli stabilimenti, una bonifica certa, un investimento (non solo economico) finalizzato a tutelare il lavoro ma anche il presente e il futuro della comunità?
E’ troppo facile, oggi, puntare il dito contro il GIP di turno, troppo semplice e intollerabile metterla sul piano del “si rischia di lasciare a casa 15.000 persone…”.
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Il manifesto nazionale del movimento Stop al Consumo di Territorio

DAL SITO DEL MOVIMENTO STOP AL CONSUMO DEL SUOLO

L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio.Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio.
Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è stata Seppellita sotto il cemento.
Il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema Italia non è più in grado di autoriprodursi è sempre più vicino. Ma nessuno se ne cura. Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto.
Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari.
Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto.
La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!
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Anche la Caritas Toscana sostiene la campagna di "obbedienza Civile" del Forum per l'Acqua

DAL FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA

Caritas Toscana, Pastorale Sociale e del Lavoro - Toscana, Missio - Toscana con un primo documento “ACQUA, Dono di Dio, bene comune e responsabilità sociale” hanno aderito alla campagna nazionale promossa dalla Rete interdiocesana Nuovi Stili di Vita. Con un secondo documento "ACQUA, Dono di Dio, dal bene comune alla gestione dei beni comuni" intendono anche sollecitare un sostegno alla Campagna di Obbedienza Civile promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.
Per saperne di più leggi il documento: Anche la Caritas Toscana sostiene la campagna di "obbedienza Civile" del Forum per l'Acqua

Spento il rogo di Marina di Grosseto: Legambiente "mattanza ambientale"

DALLA REPUBBLICA.IT

"mattanza ambientale" parla Legambiente che stima 1,2 milioni di danni materiali e inestimabili al patrimonio ambientale.
Sul rogo di Marina di Grosseto si è avuta la conferma a quel che si sospettava: l'incendio è doloso. Nella pineta sono stati trovati tre inneschi. Il governatore Enrico Rossi avverte: "Nessuna cementificazione sarà consentita nelle aree bruciate".
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Taranto inquinata dai giudici?

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO

Stupisce e imbarazza che i migliori talenti politici si siano misurati, nessuno escluso, con la frase: “Non tocca certo ai giudici stabilire la politica industriale di un Paese”. La frase è triste, ovvia e inutile. Perché i giudici possono (devono) intervenire in qualsiasi caso, scuola, ospedale, fabbrica o caserma, se vi è un reato.
Due colate di lava mediatico-politica. Da un lato, la città contro la fabbrica (o il contrario), mostrando madri di famiglia angosciate che pulivano una polvere nera dal lavandino e dai piatti di casa davanti alla telecamera, senza dirci che che quelle madri di famiglia angosciate erano le mogli di operai al lavoro all’Ilva, persone decise a non perdere né il lavoro, né i bambini. Dall’altra, la giudice screanzata che, profittando del margine di svergognata impunità ingiustamente incassata dai magistrati con la presunta ricerca di verità nella trattativa tra Stato e mafia, ha osato mettere sotto sequestro il centro avvelenato della città di Taranto.
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Portovesme, “Qui è come Taranto. Vogliamo una bonifica immediata”

DAL SITO DEL MOVIMENTO DECRESCITA FELICE

Fumi di acciaieria, gas velenosi, fanghi tossici, scorie radioattive: a Portovesme, piccola Taranto del SulcisIglesiente, al polo industriale e al business dei rifiuti vengono sacrificati agricoltura, turismo e salute. Poco importa se a Carloforte, comune a 9 km di distanza sull’isola di San Pietro, nell’acqua piovana i valori di cadmio, piombo e alluminio sono fino a 60 volte oltre i limiti di legge. E se il 40 per cento dei bambini ha malattie alla tiroide. “Solo due settimane fa”, denuncia Salvatore Casanova del comitato Carlofortini Preoccupati, “a Portovesme è arrivata da uno scalo greco una nave carica di scorie radioattive, contaminate da Cesio 137”. La società ellenica che ha dato il via libera è stata sospesa dal trasporto, ma nel piccolo porto sardo i materiali di scarto destinati ad essere trasformati in materie prime secondarie continuano ad arrivare.
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L’Ilva, la diossina e l’inesistente politica industriale italiana

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO

L’Ilva di Taranto è un enorme museo vivente, un vero e proprio reperto di archeologia industriale: uno degli ultimi impianti non solo in Europa, ma anche nel mondo ad utilizzare il vecchio procedimento di cokeraggio ed altoforno, con tutto il suo corollario di inquinamento. E’ il vecchio ciclo produttivo a base di cokerie ed impianti di agglomerazione a produrre quei livelli paurosi di inquinanti, come le tanto – e giustamente – temute diossine, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici, ma anche la stessa polvere di coke, materiale tuttora stoccato a cielo aperto, nonché a ridosso dell’abitato.
Fare dipendere dallo stabilimento vetusto di Taranto l’intera filiera della metalmeccanica italiana è la prova che di politica industriale in Italia ce n’è stata ben poca negli ultimi anni. Una politica industriale lungimirante, impostata su criteri di sostenibilità, avrebbe posto la modernizzazione con conversione a sistemi produttivi meno impattanti del polo siderurgico di Taranto al centro delle proprie strategie.
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Fischiettando sulla strada per la catastrofe climatica

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Il mondo va verso un aumento della temperatura anche oltre i 6 °C, nonostante gli impegni di riduzione delle emissioni presi finora. Lo dicono due report freschi di pubblicazione, uno targato OCSE e uno MIT. Bisogna agire subito, anche perché temporeggiare farebbe lievitare i costi, si avverte. Un allarme che sembra però restare inascoltato.
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Ilva, ministri Clini e Passera evitano ricorso contro toghe e annunciano provvedimenti in linea con Ue

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Legambiente: “Positiva la rinuncia allo scontro con la magistratura. Apprezziamo gli intenti dichiarati ma aspettiamo gli atti concreti”.
“Condividiamo e apprezziamo le dichiarazioni d’intenti espresse dai ministri Clini e Passera sull’ammodernamento degli impianti dell’Ilva e le linee entro cui il governo sembra volersi muovere, sia sul rilascio di una nuova Aia in tempi molto rapidi, che sulla strategia d’intervento dentro il nuovo quadro normativo europeo. Ci rincuora anche che il governo abbia dichiarato piena collaborazione con la magistratura e di voler rinunciare allo scontro con i magistrati tarantini. Adesso ci aspettiamo che alle parole seguano i fatti, auspicando che la concessione della nuova Autorizzazione ambientale si distingua per rigore e certezza sui tempi d’intervento. Non faremo mancare il nostro contributo anche per i prossimi lavori della commissione ministeriale come già fatto nel recente passato quando abbiamo inviato al ministro dell’Ambiente ventisei proposte di modifica della precedente Aia ”.
Per saperne di più leggi l'articolo: Ilva, ministri Clini e Passera evitano ricorso contro toghe e annunciano provvedimenti in linea con Ue

lva, un padre sul palco mostra la foto del figlio malato di cancro: “Basta”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Sale sul palco con una grande foto del figlio di tre anni malato di tumore al cervello per dire che l’inquinamento industriale non deve più uccidere i bambini di Taranto. Il gesto di Mauro, militare tarantino 34enne, che da tre anni vive a Firenze per curare il suo bambino, emoziona le oltre 2mila persone raccolte in piazza Immacolata a Taranto dove si tiene l’assemblea in favore della magistratura che ha sequestrato i reparti a caldo dell’Ilva.
"Io spero che Lorenzo continui a vivere. Voglio però anche dire che i bambini della città devono vivere serenamente e in salute".
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Contro la crisi, manuale delle cose possibili

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Questo modello di sviluppo ha fallito, miseramente. Siamo nel mezzo del più drammatico e pericoloso crepuscolo di impero, a un passo da un cambiamento che sarà, comunque la si pensi, radicale. I malvagi e gli speculatori e i politici corrotti e gli impresari senza scrupoli, in compagnia di mafie di mezzo mondo stanno in tutti i modi tentando di protrarre questo tempo sbandato, ma sta per finire la festa.
Perché se ci pensiamo bene, in fondo, è in crisi chi vive e ragiona con gli strumenti e i tempi e gli occhi della crisi. Con chi si tira il collo per star fuori casa tutto il giorno, facendo un lavoro che non ama, per avere soldi sufficienti a far crescere il proprio figlio ad uno sconosciuto, a far curare il proprio genitore a una badante venuta dall’altra parte del mondo.
Questa è la prima puntata di un ipotetico manuale delle cose possibili. Delle scelte a portata di “provo, e vedo che succede”. Frutto dei tanti provo di chi ci ha preceduto, indicato un percorso possibile, per uscire da una crisi che non può appartenere a chi ama la vita, i propri simili e questa Terra su cui poggiamo ogni istante, occhi e cuore. Tempo e futuro. Amore.
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Ilva: olio sversato in mare Taranto

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Ilva: olio sversato in mare Taranto Legambiente: “L’ennesimo campanello d’allarme sull’inquinamento da idrocarburi in mare. Fondamentale l’attività di prevenzione e pronto intervento” “L’ennesimo campanello d’allarme, come se ce ne fosse ancora bisogno, sui rischi d’inquinamento da idrocarburi in mare. Di questi eventi ne succedono purtroppo moltissimi ogni anno ma solo per il fatto che è avvenuto a Taranto e per un’attività connessa all’Ilva, la notizia ha avuto una vasta eco. Questo sversamento però, dopo quello di pochi mesi fa, conferma l’importanza di un presidio attento e costante del mare: anche in questo caso, infatti, un servizio di prevenzione e pronto intervento è stato fondamentale. E’ necessario dunque non abbassare la guardia e fare in modo che le risorse destinate alla tutela dell’ambiente e a queste attività di prevenzione siano sempre garantite”. Così Stefano Ciafani, il vicepresidente di Legambiente commenta lo sversamento di idrocarburi di oggi nel porto di Taranto. Roma, 16 agosto 2012

Petrolio made in Italy, 30.000 km2 di mare italiano ipotecati dal rischio di nuove estrazioni

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Legambiente: “In gioco quantità risibili di petrolio sottomarino che consumeremmo in 7 settimane. Il ministro Passera immagina un Bengodi che non esiste”
Non solo: anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo, concentrato soprattutto in Basilicata, il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mes.i
Questi dati dimostrano l’assoluta insensatezza del rilancio delle attività estrattive previsto dalla Strategia energetica nazionale prospettata dal ministro Passera e della spinta verso nuove trivellazioni volte a creare 15 miliardi di euro di investimento e 25mila nuovi posti di lavoro. Il settore è destinato a esaurirsi in pochi anni, come sostiene, per altro, lo stesso ministero dello Sviluppo economico nel Rapporto annuale 2012 della sua Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche: «Il rapporto fra le sole riserve certe e la produzione annuale media degli ultimi cinque anni, indica uno scenario di sviluppo articolato in 7,2 anni per il gas e 14 per l’olio».
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Legambiente scrive a chi appicca il fuoco: "siete criminali e sciocchi"

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Scrive Vittorio Cogliati Dezza: “Non c’è la presunzione di convincervi, ma il tentativo di spiegarvi che state bruciando il ramo su cui siete seduti”.
“Mandate in fumo le possibilità di crescita e sviluppo di tante economie locali. La cenere non genera occupazione e reddito, ma solo distruzione e freni allo sviluppo”
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PER IL PONTE NON CI SONO SOLDI, MA SI CONTINUA A PAGARE: le Associazioni Ambientaliste scrivono al Governo

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

La vicenda della chiusura del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina va assumendo toni paradossali, specie in questa fase di forte crisi sociale che colpisce la comunità nazionale e la collettività internazionale: da un lato il si riducono i finanziamenti pubblici al progetto, dall’altro si rilancia la sua realizzazione minacciando il ricorso al presidente della Repubblica. Le Associazioni ambientaliste FAI, Italia Nostra, Legambiente, MAN e WWF hanno scritto al Governo per chiedere coerenza e ribadire la richiesta di rigetto di un progetto inutile, dannoso e dispendioso.
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Lipu: “Sparito in trent’anni il 52% degli uccelli. Colpa dell’agricoltura intensiva”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

In poco più di trent’anni nelle aree agricole dell’Unione europea i volatili sono calati del 52%. Dal 1980 ad oggi, infatti, ben 300 milioni di uccelli selvatici sono letteralmente spariti. Colpa dei metodi di coltivazione insostenibili per la natura, accusa Lipu-BirdLife Italia. Che, sulla base dei clamorosi dati raccolti dal Farmland Bird Index (Fbi), avverte: “L’agricoltura intensiva distrugge il paesaggio e fa scomparire gli animali”. Un problema che rischia di andare fuori controllo.
L’inquietante moria di volatili è infatti un indicatore degli effetti che l’abuso di sostanze chimiche sta avendo sull’intera biodiversità. Urge un ripensamento della Politica agricola comune (Pac), secondo Lipu, per “premiare gli agricoltori che riducono l’uso di acqua, pesticidi e nitrati”. Esattamente il contrario di quanto fatto negli ultimi decenni. Metodi di coltivazione intensivi e uso smodato di fertilizzanti e diserbanti. Ma anche stravolgimenti del paesaggio rurale. È quanto sta alla base dell’allarmante calo di biodiversità nelle zone agricole europee. Piante, insetti, ma soprattutto uccelli selvatici: su 37 specie considerate, ben 22 sono in diminuzione.
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Mare, Goletta verde: “Maglia nera a Calabria Campania e Liguria”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Ben 120 punti di mare inquinati, uno ogni 62 chilometri di costa, con la maglia nera assegnata nuovamente a Calabria e Campania ma a sorpresa anche alla Liguria. Regine del mare pulito sono Sardegna e Toscana.
Per saperne di più leggi l'articolo: Mare, Goletta verde: “Maglia nera a Calabria Campania e Liguria” Mappa dei prelievi della Goletta Verde: Vedi la mappa

Ambientalismo isterico? No, estremismo industriale

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

La parola ambientalista, apparsa da pochi decenni nel vocabolario, ha subito disastrose distorsioni di significato e di senso. Mai di ambientalismo come comune esercizio di civiltà e coscienza.
Il vero fanatismo è nell’estremismo industriale che ha avvelenato migliaia di persone, nella frenesia del cemento che ha distrutto intere regioni. Distrutte materialmente, culturalmente e moralmente.
Sono estremisti in Germania dove puntano a consumo di suolo zero? Estremisti in Francia dove il permesso di costruire è una faccenda seria mentre da noi è spesso un patto a due, tra chi amministra e chi imprende? Sono mediatori in Cina, ricoperti da una nube di veleno? Mediatori in Russia dove le norme ambientali sono roba per deboli di stomaco? Moderati all’Ilva, moderati gli industriali e i governi i quali per decenni hanno permesso che in cambio di un po’ di lavoro si crepasse al grido di “meglio il fumo della fame”?
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Alto Adige e ambiente: l’Italia a due velocità

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

In Alto Adige non ci sono così tante industrie, e l’impressione è quella che si viva in gran parte ancora dei prodotti della terra (zootecnia, legname) e di un turismo ecocompatibile.
Questo dimostra, che, volendo, nelle regioni montane non si è necessariamente costretti ad emigrare (come avvenuto nei decenni dopo la seconda guerra mondiale nelle Alpi Occidentali) e neppure che bisogna convertirsi all’economia di pianura.
Ed il livello economico raggiunto e mantenuto dai montanari altoatesini non sembra così disprezzabile, anzi, il tenore di vita medio è il più alto in Italia.

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Acqua, la mappa delle riserve a rischio. Nature: “Consumo ormai insostenibile”

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

L'acqua è l’elemento cui si associa l’esistenza stessa della vita.

Al pari di petrolio, terrorismo e proliferazione delle armi nucleari, rischia di trasformarsi in causa di conflitti e morte. La domanda di acqua è diventata sempre più insostenibile in molte zone del pianeta.
La conferma arriva dalle pagine della rivista Nature, grazie a un team d’idrogeologi canadesi della McGill University di Montreal. Nel loro studio gli scienziati hanno calcolato che più di un quinto della popolazione mondiale vive in zone in cui il consumo di acqua, soprattutto per attività agricole, è ormai più veloce della capacità del pianeta di rigenerarne le riserve.
Riserve che spesso non rispettano i confini tra gli stati e rischiano, pertanto, di diventare oggetto di accesi contrasti tra i paesi interessati al loro sfruttamento. Per questo in molti documenti d’intelligence che illustrano gli scenari geopolitici più pericolosi per il futuro del pianeta, “l’oro blu” acquista sempre più un posto di rilievo.
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FERRAGOSTO, TUTTI IN MONTAGNA

FERRAGOSTO, TUTTI IN MONTAGNA

CI VEDIAMO DOPO IL 15 di AGOSTO

Rinnovabili: ce la possiamo fare

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Quante volte avete sentito dire che le energie rinnovabili “non potranno mai” sostituire i combustibili fossili? Talmente tante volte che è sembra di sentire il prete che dice “Amen” a messa.
Però, vi ricordate di tante altre cose che partivano dal concetto che un certo tipo di cose “non potranno mai” sostituirne delle altre? Vi ricordate dei personal computer? Mi ricordo benissimo di quando, tanti anni fa, tutti dicevano che “non potranno mai” sostituire quei computer giganteschi che stavano dentro una stanza climatizzata con dei tecnici in camice bianco che ci giravano intorno. Non che quei cosi siano spariti del tutto, ma certo nessuno ti dice più, come ti capitava allora, “cosa te ne fai di quel giocattolo” quandi gli fai vedere il tuo PC. Insomma, le cose cambiano e questo è particolarmente vero nel caso delle energie rinnovabili. La loro crescita rapidissima negli ultimi anni ci potrebbe far ragionare sul fatto che quelli che insistono a dire che “non potranno mai sostituire i fossili” forse potrebbero essere costretti a ripensarci.
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Dalla Ruhr a Bilbao: le città che hanno detto basta all’inquinamento

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

A Dortdumnd c’è il Museo della birra, a Duisburg un grande parco naturale costruito sulle ceneri dell’acciaieria. A Pittsburgh va forte il settore biomedico mentre a Bilbao è stato costruito il Guggenheim, tra i musei più importanti al mondo. Non sappiamo se l’Ilva possa essere davvero riqualificata ma in giro per il mondo le esperienze non mancano.
le esperienze di riqualificazione industriale, fatte sul serio e in profondità, non mancano. A cominciare dall’Europa e dal paese più industrializzato di tutti, la Germania, dove negli anni Ottanta è stato messo a punto il piano di riconversione dell’area della Ruhr, la storica regione che ha miscelato enormi bacini minerari e impianti siderurgici e che ha dato risultati di rilievo nonostante la Germania, con oltre 44 milioni di tonnellate, sia il primo produttore europeo dell’acciaio.
Oggi, a Dortmund i minatori sono scomparsi, ma la città ha una grande vitalità essendo divenuta capitale europea della cultura nel 2010. La cokeria, uno dei luoghi di produzione siderurgica più inquinanti, dismessa nel 1992, è stata trasformata in un percorso museale così come è stato allestito il museo della birreria accanto al teatro dell’opera, della prosa, ai musei Ostwall e Adleturm.
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Economia verde vs politiche di austerità di bilancio

DAL SITO QUALENERGIA.IT

Puntare solo su politiche di austerità di bilancio e riforme strutturali non creerà occupazione, non risanerà la finanza pubblica, non getterà le basi per una prosperità durevole. E' l’investimento nell’economia verde che ha la potenzialità per ricomporre questi imperativi. A dirlo sono tre celebri economisti non appiattiti sul pensiero unico europeo.
L’Europa è il primo importatore netto di materie prime per abitante e, per questo, estremamente vulnerabile agli shock sui mercati mondiali. Quei Paesi che non erano attrezzati a superare i picchi dei prezzi delle risorse, al fine di mantenere la loro crescita, hanno visto aumentare i loro deficit commerciali e il debito privato e pubblico.
E' arrivato dunque il momento di investire nell’utilizzo efficiente delle risorse, l’unico motore per la competitività e la resilienza economica di domani.
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Affido beagle Green Hill, Lav e Legambiente: 2115 cani hanno trovato una nuova vita.

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE
 
Cfs comunicherà le giornate per gli affidi degli ultimi 59 nuclei familiari

Ad oggi, decimo giorno di operazioni di affidamento dei beagle di Green Hill, sono 2115 i cani che hanno trovato una nuova vita.

A seguito degli accertamenti svolti dal Corpo Forestale dello Stato e dai loro ausiliari, le operazioni continueranno con una nuova cadenza per l'affidamento degli ultimi 59 nuclei familiari.

I custodi giudiziari LAV e Legambiente continueranno, senza soluzione di continuità, le operazioni fino al completo svuotamento di Green Hill, nonché le attività di controllo dei beagle affidati, affinché tutto avvenga nella massima trasparenza e legalità, mentre il Corpo Forestale dello Stato continuerà a monitorare l'allevamento.

Incendi. Legambiente: “Fondamentale maggiore prevenzione del territorio e l'aggiornamento del catasto”

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

“L’emergenza incendi scattata nelle ultime settimane conferma come quanto sia necessario non solo una maggiore prevenzione del territorio, ma soprattutto l’aggiornamento del catasto, che in questi anni, quando è stato applicato, si è dimostrato uno strumento molto efficace. Sarebbe poi necessario anche un approfondimento su chi sono oggi gli incendiari, perchè gli interessi in gioco sono molteplici e non legati solo alla speculazione edilizia.
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Ilva, il governo cambia linea e si scopre ecologista

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Elsa Fornero ieri: “Non possiamo cancellare l’Ilva come se fosse niente perché forse continua ad inquinare ambiente ed acqua”.
Elsa Fornero oggi: la questione “di una classe operaia alla quale bisogna ridare dignità, non va considerata di serie b, non è un lavoro su cui si può transigere su problemi di sicurezza e lavoro”.

Corrado Clini, il 1° agosto, parlando alla Camera, trattava con prudenza il nesso tra l’attuale inquinamento dell’Ilva di Taranto e le malattie della popolazione circostante.
Nell’intervista di ieri al Fatto è stato più netto: “Non farei vivere un mio nipotino a Taranto”, ha detto, specificando di aver voluto esprimere con quella frase “la giusta preoccupazione per una situazione ambientale insostenibile, conseguenza delle emissioni pro-dotte dalle acciaierie e aggravata da scelte urbanistiche sbagliate. Io credo che il quartiere Tamburi sia la rappresentazione di un modo disordinato e scriteriato di localizzare gli insediamenti abitativi”.
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Biciclette per sopravvivere alla crisi, l'esperienza della Grecia

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Il numero delle auto sulle strade greche è diminuito del 40% in ciascuno degli ultimi due anni, mentre il numero di biciclette vendute solamente nel 2011 è aumentato di più del 25%. I negozi di biciclette e riparazioni spuntano come funghi in ogni quartiere e il principale produttore di biciclette greco, Vogiatzis, sta vedendo la propria produzione attraversare una fase di vero e proprio boom.
Tuttavia, per quanto il loro numero sia in netto aumento, questa popolazione di neo ciclisti si sta confrontando con una realtà dura da accettare: le città greche non hanno le infrastrutture necessarie per garantire la sicurezza di chi adesso si trova costretto ad usare la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani.
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Tecnologia: Acqua pubblica. arriva l’app che trova la fontanella più vicina

DAL SITO DEL MOVIMENTO DECRESCITA FELICE

Perché spendere anche tre euro per comprare una bottiglietta d’acqua nel centro di una grande città? Se lo è chiesto Daniele Antonietti che ha deciso di implementare un’applicazione per iPhone che permette di localizzare la fontanella pubblica più vicina al luogo in cui ci si trova. Un’idea davvero utile per consentire ai cittadini di risparmiare tempo e denaro alla ricerca di un bar, salvaguardando l’ambiente dall’inquinamento della plastica.
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