Taranto inquinata dai giudici?

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO

Stupisce e imbarazza che i migliori talenti politici si siano misurati, nessuno escluso, con la frase: “Non tocca certo ai giudici stabilire la politica industriale di un Paese”. La frase è triste, ovvia e inutile. Perché i giudici possono (devono) intervenire in qualsiasi caso, scuola, ospedale, fabbrica o caserma, se vi è un reato.
Due colate di lava mediatico-politica. Da un lato, la città contro la fabbrica (o il contrario), mostrando madri di famiglia angosciate che pulivano una polvere nera dal lavandino e dai piatti di casa davanti alla telecamera, senza dirci che che quelle madri di famiglia angosciate erano le mogli di operai al lavoro all’Ilva, persone decise a non perdere né il lavoro, né i bambini. Dall’altra, la giudice screanzata che, profittando del margine di svergognata impunità ingiustamente incassata dai magistrati con la presunta ricerca di verità nella trattativa tra Stato e mafia, ha osato mettere sotto sequestro il centro avvelenato della città di Taranto.
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