Il rilancio di Chernobyl con le rinnovabili?

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Pannelli fotovoltaici, pale eoliche e impianti di cogenerazione che si occuperebbero di smaltire la grande quantità di legna ancora contaminata dall’esplosione della centrale nucleare a distanza di oltre 26 anni.
I territori colpiti dalle radiazioni coprirono un’estensione di quasi 60mila chilometri quadrati in Russia, 43.500 in Bielorussia (l’equivalente di quasi il 23% dell’intero stato) e 37.600 in Ucraina di cui 18mila terreni abitabili e il restante costituito da boschi e aree verdi. In questo primo progetto approvato nel corso dell’estate dall’Ucraina sarebbero coinvolti quasi 2.600 chilometri quadrati dell’area di sicurezza attorno ai reattori di Chernobyl, con l’obiettivo principale di dare una seconda vita ai terreni praticamente inutilizzabili oltre che fornire un segnale concreto dell’impegno politico sull’intera faccenda.
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