La politica della decrescita

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Visti gli effetti ambientali, sociali, economici ed occupazionali di un sistema ossessionato dalla crescita del Pil, serve una decrescita selettiva degli sprechi e delle inefficienze, sostenuta da una nuova politica economica e industriale. Per questo occorre però una nuova leva di politici, antropologicamente diversi da quelli che si sono formati nei partiti di destra e di sinistra o nelle loro associazioni collaterali, non omologati sul dogma della crescita, culturalmente estranei alle dinamiche politiche del secolo scorso, guidati nelle loro scelte dall’analisi e dalla risoluzione dei problemi.
La resistenza della Val di Susa alla costruzione della ferrovia ad alta velocità e le vittorie nei referendum contro il nucleare e la privatizzazione dei servizi idrici dimostrano che, nonostante la disparità delle forze in campo, la partita è iniziata e si può giocare.
Tutto lascia credere che questo esito sia ormai inevitabile. Che sia solo una questione di tempo. Se la prima a precipitare sarà la crisi climatica, sarà difficile trovare una via di scampo. Se invece la crisi climatica verrà ritardata dalla crisi economica o dalla crisi energetica, coloro che non si sono lasciati abbindolare dalla gigantesca opera di disinformazione e propaganda svolta dai mass media, e sono più di quanti si creda, possono evitare di rimanere sepolti dalle macerie.
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