Tesseramento Legambiente Valpellice 2014

COMUNICATO LEGAMBIENTE VALPELLICE


Da soli non si può. In tanti per fare un'Italia più bella è lo slogan che abbiamo scelto per la nuova Campagna tesseramento 2014.
 

Tante mani simboliche che si prendono cura del territorio, tanti Circoli Legambiente che insieme ai cittadini si impegnano quotidianamente per rendere il nostro Paese più civile, legale, pulito, in una parola bello.
Attraverso le nostre iniziative dobbiamo contaminare di bellezza ogni angolo del nostro territorio, sottrarlo agli interessi illeciti, al degrado, all'incuria, per restituirlo alla fruizione della collettività.
Essere tanti è una prerogativa imprescindibile per un progetto così ambizioso, serve consenso e servono i numeri a testimoniarlo.

Perchè devo iscrivermi al circolo Legambiente della Valpellice?: Tesseramento Legambiente Valpellice 2014

Comunicato Stampa "Insieme in Comune" dopo la serata del 5 dicembre

COMUNICATO STAMPA: INSIEME IN COMUNE
Gruppo Donne Valpellice, SPI CGIL, Legambiente Valpellice, Associazione Genitori Valpellice, Auser, La Bottega del Possibile e Mondo di Donne

Le associazioni che hanno dato vita al progetto di partecipazione ("Insieme in Comune") in vista delle elezioni amministrative del 2014 si sono presentate con un primo incontro pubblico ("Dico la mia!") il 5 dicembre scorso a Luserna S.G. Rosella Tagliero e Barbara Imbergamo hanno presentato alcune esperienze di democrazia partecipativa realizzate sia localmente che in altre regioni italiane. L'incontro di Luserna ha mostrato come questi percorsi possono contribuire concretamente a migliorare la qualità dei progetti e delle iniziative, ad evitare sterili conflitti e a far crescere la consapevolezza della complessità della gestione del territorio.

Le associazioni di "Insieme in Comune" proseguono ora la loro attività accogliendo l'adesione di nuovi gruppi (dopo i sette iniziali), a dimostrazione di quanto è viva sul territorio l'aspettativa di un maggior riconoscimento delle competenze diffuse e di un miglior rapporto con le amministrazioni. Sono in programma una serie di incontri con le amministrazioni che non si rinnoveranno nel 2014 e con liste e candidati che si stanno preparando alla competizione elettorale. Si stanno anche progettando confronti pubblici su alcuni temi considerati di cruciale importanza per il nostro territorio.

Le associazioni si augurano che, al più presto, inizi il confronto sui contenuti dei programmi con cui le diverse liste si presenteranno alle elezioni amministrative. Si ribadisce che i documenti presentati dalle associazioni non sono affatto dei "libri dei sogni" ma, piuttosto, il punto di partenza possibile per eleborare proposte, progetti e misure concrete per migliorare la vita economica, sociale e culturale del nostro territorio.

Le associazioni, nel momento in cui riconoscono l'autonomia decisionale degli eletti, rivendicano però il loro ruolo di portatori di competenze diffuse e il loro contributo di lavoro e di impegno sul territorio. Il prossimo periodo potrà permettere di verificare se davvero esiste la volontà di creare concretamente le occasioni istituzionali per la partecipazione e la valorizzazione di tali competenze, lavoro ed impegno.

Le associazioni si augurano che al più presto si cominci a parlare di programmi e di contenuti in vista delle elezioni amministrative del 2014, ribadendo che due sono e rimangono i valori di riferimento fondamentali:

- la necessità di affrontare i problemi del territorio alla giusta scala, superando logiche localistiche e campanilistiche; per questo è fondamentale l'impegno, da parte di liste e candidati, per una sempre maggiore integrazione del territorio, con disponibilità alla collaborazione e ad una progettualità condivisa;

- la necessità di istituire luoghi e occasioni istituzionali di confronto preventivo sulle scelte e i progetti che riguardano il territorio, garantendo l'informazione, il confronto con le competenze in campo, la possibilità di modificare i progetti e renderli il più possibile condivisi.

Le associazioni si augurano che le amministrazioni in carica, le liste e i candidati dimostrino disponibilità e impegno ad iniziare questo percorso di confronto e di collaborazione. Pochi mesi ci separano ormai dalle elezioni amministrative del 2014 e questo tempo non va sprecato. Molte opportunità sono state perdute in passato: cogliamo questa occasione!      

Il fiume «invisibile» che ha devastato mezza Sardegna

DAL SITO DEL CORRIERE.IT

L’acqua non dimentica. Puoi cercare di costringerla, la puoi deviare, ci puoi costruire sopra le case e le strade, ma prima o poi ritorna. È la lezione principale che ci viene dagli ultimi, terribili, fatti sardi.
Un fiume che si credeva morto, il Mogoro, e per questo motivo, aveva visto crescere sul suo letto, case, scuole, perfino la Asl locale, è improvvisamente risorto travolgendo tutto quello che l’uomo aveva osato costruirgli sopra e intorno.


Siamo risaliti alle sorgenti di questo rio, come si chiama in sardo. E l’abbiamo disceso fino a valle. E abbiamo visto come progressivamente l’uomo abbia violentato la natura: l’uomo di oggi però, non quello di ieri.
È l’espansione indiscriminata degli ultimi cinquant’anni, insieme alla cronica noncuranza di chi dovrebbe invece sovrintendere alla sicurezza del sistema idrogeologico, ad avere gettato le basi del disastro di novembre
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Legambiente su importazione prodotti agroalimentari da zone radioattive

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Legambiente: “Servono maggiori controlli a livello europeo sui prodotti agroalimentari importati in Italia da zone radioattive. Occorre inoltre abbassare i limiti di radioattività consentita per gli alimenti importati in Italia e in Europa, e tutelare la salute dei consumatori”
L’arrivo in Italia di prodotti contaminati dalle radiazioni nucleari (pellet, frutti di bosco, funghi, legno, ecc.) riapre anche nella nostra Penisola la questione dei limiti di radionuclidi consentiti per l’importazione di prodotti alimentari. “Chiediamo con forza – afferma Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale Legambiente - maggiori e migliori controlli sui prodotti agroalimentari importati in Italia da zone contaminate radio attivamente, come ad esempio quelle limitrofe a Chernobyl o Fukushima. I paesi colpiti dal disastro di Chernobyl, o quello di Fukushima, hanno posto sui prodotti agroalimentari contaminati limiti più restrittivi rispetto a quelli europei con la conseguenza che i prodotti alimentari che non possono più essere commercializzati sono, invece, legittimamente importati dai paesi dell'Unione Europea e venduti all'interno dell'Europa. Il Parlamento italiano e la Commissione Europea attui provvedimenti specifici per rivedere e abbassare i limiti di radioattività consentita per tutelare così consumatori, italiani ed europei, rispetto al rischio di alimentarsi nella dieta quotidiana con prodotti che altri paesi considerano radioattivi”.

Per l’associazione ambientalista, è fondamentale inoltre stringere la maglia dei controlli sui prodotti alimentari perché la coda avvelenata del disastro di Chernobyl e di quella di Fukushima non si è esaurita e minaccia sempre la salute di adulti e bambini. In particolare i bambini sono quelli più a rischio, come ha ricordato più volte Legambiente impegnata con il Progetto Rugiada di solidarietà a sostegno dei bambini colpiti dalle radiazioni dell’incidente che vivono nelle zone più contaminate.

“Grazie a questo progetto – spiega Angelo Gentili, coordinatore nazionale Legambiente Solidarietà - che vivono nelle zone più contaminate di Chernobyl -  i bambini, oltre a essere alimentati con una dieta che al contrario di quella a cui sono sottoposti nelle loro abitazioni non è radioattiva, vengono monitorati dal punto di vista medico-sanitario per evidenziare eventuali patologie tumorali latenti e seguirli da vicino con terapie mediche appropriate. Il tutto in un Centro ecosostenibile vicino Minsk, in area non contaminata, dove ogni anno riusciamo a ospitare più di 100 bambini”.

Mafia, l’ultima strage silenziosa: i morti di tumore per i rifiuti interrati nelle cave

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

L’ultima strage di Cosa Nostra non fa rumore. Non è un omicidio, non sparge sangue a colpi di kalashnikov e non ha bisogno di tritolo. Perché l’ultimo eccidio lasciato in eredità dai boss affonda il suo potenziale di morte in profondità, decine e decine di metri sottoterra, nel silenzio della campagna siciliana. Il nuovo triangolo della morte in Sicilia dimora in lembi di terra sconosciuti: Pasquasia, Mussomeli, Bosco Palo. Tutti nomi di cave ormai dimenticate ma che un tempo rappresentavano l’industrializzazione dell’isola.
Polveri di metallo, amianto, scorie liquide, rifiuti ospedalieri speciali e persino radiottivi attraversarono l’Europa e il Nord Italia, per finire seppellite nel Meridione.
Non è la Terra dei Fuochi e non è la Campania, non è l’Ilva di Taranto e nemmeno il Petrolchimico di Gela: nel cuore della Sicilia, le miniere un tempo ricche di zolfo sono rimaste per un trentennio a custodire nello stomaco rifiuti di ogni specie. Che oggi continuano ad uccidere nel silenzio. Perché nel lembo di terra tra Caltanissetta, Enna e Ragusa, morire di tumore è più facile che nel resto d’Italia.
Numeri catastrofici che peggiorano ancora se si allarga il cerchio all’intero territorio nisseno dove nel biennio 2008-2009 i malati di tumore sfiorano i 4mila casi, contro i 1.200 della media nazionale.
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La terra (e il cielo) dei fuochi nel Nord Italia

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Non ci sono i fuochi, ma c’è comunque l’inquinamento che nel Nord Italia unisce come mastice terra e cielo. Non c’è la camorra e suoi sporchi affari, ma c’è la colpevole mano dell’uomo e, in alcuni casi, la silenziosa complicità delle Istituzioni. Poche settimane fa l’allarme dell’associazione MeglioMilano sulla qualità dell’acqua in città: 2 pozzi su 10 sono chiusi perché inquinati. Poi c’è il monito, finora inascoltato, del sindaco di Brescia Emilio Del Bono che paragona l’impatto distruttivo e letale dell’azienda Caffaro all’Ilva di Taranto. Stesso discorso tra Pioltello e Rodano dove l’azienda chimica Sisas avrebbe lasciato sotto terra almeno 1.500 fusti di sostanze tossiche. E poi c’è l’Asl di Mantova che continua a sfornare report (letti?) sull’inquinamento nei laghi mantovani; senza dimenticare l’area lagunare di Marano e Grado in Friuli.
Qualcuno ricordi agli autotrasportatori travestiti da forconi che se le merci si muovono su ferro (e non su gomma) costano meno e si inquina meno. Ma in Italia non c’è nessuno disposto a fare un blocco stradale per la tutela della salute pubblica.
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Economia verde, Strasburgo punta sulle imprese ecologiche per vincere la crisi

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Ecoinnovazione e lavori verdi, ecco come si combatte la crisi. È il messaggio del Parlamento europeo che giovedì 12 ha approvato a Strasburgo la relazione Ecoinnovazione – occupazione e crescita mediante la politica ambientale. I numeri parlano da sé: le imprese ecologiche europee producono un fatturato annuo di 319 miliardi di euro (il 2,5% del Pil dell’Ue) e impiegano attualmente 3,4 milioni di persone. Si tratta di uno dei pochi settori economici che ha continuato a crescere in anni di recessione, sia pur meno che prima della crisi.


Tra il 2004 e il 2008 sono stati creati circa 600mila nuovi posti di lavoro in questo settore che vanta un tasso annuale di crescita dell’occupazione di circa il 7 per cento.
Eppure in Italia il concetto di ecoinnovazione non ha ancora attecchito come dovrebbe. A dirlo è stato il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando all’apertura della Conferenza nazionale su La natura dell’Italia: “A volte ho come l’impressione che il nostro Paese non abbia consapevolezza di cosa già oggi rappresenti l’economia verde”. Anche qui a parlare sono i numeri: secondo il ministro i “green jobs”, per dirla all’inglese, sono più di 3 milioni, con oltre 50mila assunzioni solo nel 2013.
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INCONTRO URGENTE: COMITATO VAL PELLICE PER LA DIFESA DEI VALORI DELLA RESISTENZA E DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA

COMITATO VAL PELLICE PER LA DIFESA DEI VALORI DELLA RESISTENZA E DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA
Comune di Torre Pellice - Via Repubblica 1 - 10066 Torre Pellice

Ai Signori componenti del Comitato
Ai signori Sindaci e Amministratori
Al Presidente della Comunità Montana del pinerolese
Alle Forze politiche, sindacali e culturali
Alla cittadinanza tutta
Val Pellice

Oggetto: URGENTE
E’ convocata per
MERCOLEDÌ 11 DICEMBRE 2013 ALLE ORE 18,00
presso la sala Consiliare del Comune di Torre Pellice

una riunione aperta per valutare la gravità di quanto sta accadendo nel nostro Paese.
Si tratta di una situazione che sta andando ben al di là di un pur aspro conflitto politico e/o sindacale.
Nessuno può negare il profondo malessere presente in tutte le forze sociali medio-basse. Non escludendo le categorie dei commercianti e degli ambulanti tartassati dalle tasse e colpiti nei loro redditi dalla crisi che ha ridotto drasticamente i consumi delle famiglie.
Tuttavia i blocchi stradali stanno, per il loro modo di attuarsi (non semplice rallentamento del traffico o simbolici ed episodici) impedendo non solo la vita di migliaia di persone, ma nascondono (basta leggere volantini o vedere filmati) un disegno eversivo molto pericoloso.
In molte parti dell’Italia ormai le minacce e le violenze si stanno estendendo, rendendo il clima incandescente in questo delicato momento che sta vivendo il nostro Paese, strumentalizzando la disperazione di chi vive in questa drammatica crisi sociale.
Torre Pellice, 10 dicembre 2013
Il Presidente
Lorenzo Tibaldo
firmato in originale

Comunicato ANPI

COMUNICATO STAMPA ANPI PIEMONTE

Un fantomatico “Coordinamento nazionale per la rivoluzione” attraverso Facebook 09.12.13 ha indetto per lunedì prossimo una manifestazione di protesta in tutta Italia rivolgendosi in modo particolare agli ambulanti, ai negozianti, agli autotrasportatori e ad altre categorie «invitando il popolo italiano alla ribellione».

In molti negozi e in tanti mercati rionali del Piemonte sono apparsi volantini per la mobilitazione. Dietro a questi “rivoluzionari”, come risulta da Facebook, ci sono “i forconi” che già avevano fatto parlare di sé in Sicilia e altre sigle consimili.

Nei giorni scorsi a San Mauro Torinese si è svolta un'affollata assemblea dei promotori dell'iniziativa nel corso della quale il presunto leader, tale Danilo Calvani, contadino di Latina, ha rivendicato «la costituzione di un governo temporaneo magari con una figura militare di riferimento».

È di ieri l'adesione al “Coordinamento dei rivoluzionari” del gruppo di estrema destra “Forza Nuova”, fondata dall'ex terrorista di “Terza Posizione”, Roberto Fiore, già latitante a Londra e rientrato in Italia qualche anno fa durante il governo Berlusconi.

“Forza Nuova” vanta oltre che legami con gruppi di nostalgici del fascismo anche con i fondamentalisti cattolici che fanno la guerra all'attuale pontefice.

Su segnalazione dell'associazione commercianti pervenuta in questura risulta che stamane, venerdì 6 dicembre, in numerosi negozi della città si sono presentate alcune persone qualificatesi come agenti di polizia in borghese le quali hanno invitato gli esercenti a tenere lunedì prossimo le saracinesche abbassate onde evitare tafferugli.

L'Anpi denuncia alle autorità competenti questo stato di cose e invita tutti gli antifascisti e i democratici a respingere con fermezza le iniziative illegali messe in atto da questi provocatori invitando tutte le sezioni del Piemonte dell'Anpi a vigilare e soprattutto a svolgere un'azione di denuncia e di informazione della cittadinanza.

La Presidenza Anpi Piemonte

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Pinerolo: blocchi stradali dei forconi, parla uno dei leader

DAL SITO DELL'ECO DEL CHISONE

La protesta dei "forconi" sta crescendo nel Pinerolese, difficile pensare che sia nata spontaneamente.
Molti si chiedono chi stia dietro all'organizzazione, indicando in certi casi la figura di Diego Bianciotto, commerciante di Pinerolo di autocarri militari e Recupero Rottami. A precisa domanda lui risponde: "Sì, sono io il riferimento per la zona, ma non abbiamo collegamenti con altri gruppi; abbiamo letto su Internet di questa protesta nelle settimane scorse, mi è sembrata giusta, quindi ho fatto un giro di telefonate tra amici e colleghi e ho visto che c'era adesione, non uno che mi abbia detto no, e così abbiamo deciso di manifestare!".


Ci si chiede anche quanto durerà la manifestazione: "Andremo avanti forse anche sei, sette giorni, finché non ci ascolteranno" afferma Claudio Sarzotti, un altro dimostrante della prima ora, impresario nel settore di autodemolizioni a Pinerolo e Bricherasio, che ammonisce: "Oggi passa ancora qualcuno che ha esigenze, ma domani non passerà più nessuno, solo le ambulanze".
Intanto a Pinerolo, il blocco del traffico da parte dei "forconi" si estende anche all'imbocco di via Martiri e a Ponte Chisone, rallentando fortemente l'entrata in città. In queste ultime ore è stata bloccata anche la rotonda di svincolo a Buriasco, per le direttrici Vigone-Macello.
Difficile dare una mappa precisa dei blocchi in quanto i protestanti, attraverso una rete di coordinamento affidata alla cellullare, occupano al passare delle ore nuove vie di fuga" fino a quel momento libere.
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“Ci saranno altri Forconi”

DAL SITO DELLO SPIFFERO

Qual è il segno della protesta che ieri ha tenuto in ostaggio Torino? Per lo storico Berta non si tratta di un fuoco di paglia: “Ormai basta una categoria per paralizzare la città. Le vertenze nelle fabbriche lasciano il posto alle rivolte dei padroncini” 
 

«Episodi come questo sono destinati a moltiplicarsi con esiti sempre più incerti» spiega lo storico dell'economia Giuseppe Berta. La miscela è esplosiva: «Abbiamo assistito alla saldatura tra una categoria, gli autotrasportatori, un nucleo organizzato di esercenti, e chi ha manifestato solo per menare le mani».
Mercatali, camionisti, piccoli padroncini, ultras del calcio, centri sociali: c’era di tutto ieri in piazza. Quanto mai confuse le argomentazioni e le rivendicazioni di gente che tra loro aveva poco o niente in comune: l’unico collante era la rabbia, in un contesto di crisi economica, etica e politica in cui le classi dirigenti e le istituzioni hanno perso credibilità.
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Treni regionali, l’incubo dei pendolari La classifica delle peggiori tratte ferroviarie

DAL SITO DEL CORRIERE.IT

Sono l’incubo dei pendolari. Treni sporchi, perennemente in ritardo, oppure così rari su tratte affollatissime. Legambiente ha stilato la classifica delle dieci peggiori linee ferroviarie regionali, nell’ambito della sua campagna Pendolaria.


I fondi destinati al trasporto pubblico sono stati drasticamente ridotti negli ultimi anni. Secondo le stime di Legambiente, rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite le competenze sui treni pendolari, non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni.
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Torino ostaggio dei “forconi”

DAL SITO DELLO SPIFFERO.COM

Il capoluogo piemontese paralizzato dalla protesta poujadista guidata da un'accozzaglia di elementi: mercatali, ultras del calcio, ambulanti, padroncini. Intimiditi i negozianti, bloccate le stazioni ferroviarie. Tafferugli e scontri sotto Regione e Comun..


“La manifestazione di oggi è stata promossa da un movimento spontaneo, il Coordinamento 9 dicembre, che non ha nulla a che vedere con il movimento dei forconi”. A precisarlo è il portavoce torinese del Coordinamento, Andrea Zunino, che sottolinea: “siamo molto soddisfatti per la partecipazione ai nostri tre presidi che, avendo come unica bandiera il Tricolore, non hanno violato alcuna norma dei codici civile, penale ed etico.
Con il Coordinamento 9 dicembre - aggiunge - sono scesi in piazza quei cittadini che non si riconoscono in alcun partito, sigla sindacale o altra organizzazione e che per questo hanno deciso di dire basta e di chiedere che vengano riaffermati i principi sanciti dalla Carta Costituzionale. Siamo scesi in piazza per difendere i diritti di una fascia di popolazione che sta soffrendo pene infernali, piccoli commercianti, artigiani, ambulanti, per questo non possiamo riconoscerci in chi ha compiuto gesti di intimidazione proprio verso le categorie che vogliamo difendere”, conclude.
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Al via Pendolaria la campagna di Legambiente per il trasporto ferroviario pendolare

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE NAZIONALE

Legambiente ha redatto e diffuso il manifesto "Siamo tutti sullo stesso Treno" e chiesto ai sindaci dei comuni dove passano alcune delle linee pendolari più importanti d'Italia di sottoscriverlo, per reclamare attenzione e risorse da parte di governo e regioni affinché si investa in maniera prioritaria sul trasporto ferroviario pendolare.



I sindaci che sottoscriveranno il manifesto per i pendolari si impegneranno anche a essere i primi protagonisti di una riorganizzazione della mobilità all'interno dei propri Comuni, a partire dal trasporto pubblico e dalla riqualificazione delle stazioni ferroviarie e degli spazi pubblici prospicienti per farne delle aree accoglienti e sicure e facilmente accessibili, per migliorare la qualità di vita dei cittadini e diminuire traffico e inquinamento.  
Legambiente invita, inoltre, i primi cittadini a ripensare le scelte di pianificazione urbanistica per evitare il consumo di suolo.
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Non solo ambiente: i trasporti urbani sostenibili salvano vite umane

DAL SITO DI GREENREPORT

Anche le città che favoriscono le biciclette hanno anche visto significativi benefici nella sicurezza . Copenaghen e New York, che hanno entrambi investito nella realizzazione e ampliamento delle reti ciclabili ed hanno promosso l’utilizzo della bicicletta hanno avuto grandi risultati. A Copenaghen, tra il 1998 e il 2009, il volume totale del traffico ciclistico è aumentato del 28%, mentre il tasso di infortuni e decessi dei ciclisti è diminuito del 53%. Anche New York nel 2010 aveva triplicato il numero di pendolari in bicicletta rispetto al 2000, mentre il tasso di infortuni in bicicletta è diminuito di oltre il 70%.



E i vantaggi per la sicurezza delle piste ciclabili non si limitano ai ciclisti. Uno studio ha trovato che a New York le strade con piste ciclabili sono più sicure anche per i pedoni, cosa che potrebbe legata alla riduzione della velocità del traffico automobilistico quando si istituiscono piste ciclabili e percorsi pedonali.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il traffico automobilistico fa più di 1,2 milioni di vittime all’anno, un numero in aumento, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito.
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Quei trentenni che salvano i lavori antichi

DAL SITO DEL CORRIERE

Mario Cicero, 35 anni, ha iniziato nel 2003: «Il primo raccolto non sapevo bene cosa fare...». Oggi è il referente del presidio Slow Food dei raccoglitori di manna del Palermitano.

La Cgia di Mestre ha stimato che in otto anni nessuno chiederà di occupare 385 mila posti «ad alta intensità manuale». I ragazzi sognano un avvenire diverso perché spesso non conoscono la bellezza (e la capacità di ottenere reddito) che può nascondersi dentro la pratica artigianale.
Anche Mario Cicero, il raccoglitore di manna, fa un lavoro antico ma con una tecnica moderna. «Utilizzo l’igrometro per controllare l’umidità e decidere quando è il momento giusto per l’intaglio delle piante. E una quindicina di anni fa Giulio Gelardi, di Pollina, è stato il primo a utilizzare il filo di nylon per convogliare la linfa. Non bisogna più aspettare otto giorni come una volta, che goccia dopo goccia si depositasse sulle pale di ficodindia. Così ottengo un prodotto purissimo, e lo vendo pure a un prezzo migliore».
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