Dal silenzio alla legge ‘Salva-Ilva’. Il 2012 terribile di Taranto, tra lavoro e malattia

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

“Siamo fiduciosi che ora in Italia vi sia una nuova strada, una scelta politica capace di coniugare i valori fondamentali della nostra società”. La famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva di Taranto, ha commentato così qualche giorni fa la conversione in legge del decreto “salva-Ilva”. Si è chiuso così l’anno orribile della fabbrica e della famiglia Riva. Le accuse di associazione a delinquere finalizzate al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e corruzione in atti giudiziari hanno costretto il vecchio Emilio e suo figlio Nicola agli arresti domiciliari dal 26 luglio e un altro figlio, Fabio, a darsi alla latitanza all’estero per evitare il carcere.
Ma il 2012, in realtà, ha colpito e scosso la città di Taranto: dopo decenni di torpore e indifferenza, il 15 dicembre oltre quindicimila persone sono scese in piazza per dire “no all’inquinamento” e schierarsi al fianco dei magistrati dopo che il provvedimento voluto dal ministro dell’ambiente Corrado Clini ha, di fatto, annullato gli atti dell’autorità giudiziaria.
Per saperne di più leggi l'articolo: Dal silenzio alla legge ‘Salva-Ilva’. Il 2012 terribile di Taranto, tra lavoro e malattia

Nessun commento:

Posta un commento