341mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi. Il casalese Bidognetti accusato di disastro ambientale

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

L’accusa è di disastro doloso, avvelenamento delle falde acquifere aggravati dal metodo mafioso. Il reato viene contestato al gotha dei Casalesi, i vertici del clan e l’ala imprenditoriale. Una ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata dalla Dia di Napoli, su ordine della Procura partenopea, a Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”, rinchiuso al 41 bis.
Una perizia consegnata alla Procura di Napoli, nel 2010, aveva ipotizzato che nel 2064 ci sarà il picco della degenerazione delle sostanze inquinanti e in particolare del percolato, derivante dalle 341mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi (a cominciare dai fanghi dell’Acna di Cengio) che, oltre a 500 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi e 305 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani, raggiungeranno le falde più profonde avvelenando centinaia di ettari di terreno. A oltre vent’anni di distanza arriva l’accusa di disastro ambientale. I protagonisti noti sono tutti in carcere, ma sono ancora da accertare i responsabili politici, amministrativi che hanno consentito la copertura di questo enorme business che ha distrutto la terra campana.
Per saperne di più leggi l'articolo: 341mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi. Il casalese Bidognetti accusato di disastro ambientale Legambiente su Bidognetti: Bidognetti: disastro ambientale. Legambiente parte civile

Nessun commento:

Posta un commento