DAL FATTO QUOTIDIANO.IT
Nel confronto organizzato da Sky Tg24 tra i candidati alle primarie del centro sinistra una domanda sulla scuola non c’è stata. Ecco allora cinque quesiti a Matteo Renzi, Nichi Vendola, Laura Puppato, Pierluigi Bersanie Bruno Tabacci, dopo aver letto attentamente la parte che riguarda l’istruzione nei loro programmi scaricati dai siti ufficiali dei candidati.
Secondo la ricerca “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e studenti italiani secondo il Programme for International Student Assessment (PISA 2009) condotta Alma Mater Studiorum-Università di Bologna mentre in ambito internazionale l’accesso a un computer a scuola implica quasi automaticamente anche la connettività Internet, in Italia circa uno studente su dieci ha accesso al primo ma non alla seconda.
In classe gli insegnanti hanno ogni giorno a che fare con bambini di culture diverse, arrivati in Italia in momenti differenti della loro vita (chi a 10 anni senza sapere una parola d’italiano, chi a 6 crescendo con la padronanza di due lingue; chi con problemi d’integrazione e di povertà) ma dopo l’epoca Gelmini, tagliate le preziose ore di compresenza, un loro apprendimento di qualità è a rischio. Eppure gli alunni con cittadinanza non italiana sono triplicati dal 1999 ad oggi passando da 119.679 a 673.592 nel 2009. Nei programmi di tutti i candidati non c’è nulla in merito alla scolarizzazione di questi bambini. Quali risorse si intendono mettere a disposizione per questi cittadini di domani che saranno sempre più numerosi?
Per saperne di più leggi l'articolo: Primarie centrosinistra, cinque domande sulla scuola ai fantastici 5
Secondo la ricerca “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e studenti italiani secondo il Programme for International Student Assessment (PISA 2009) condotta Alma Mater Studiorum-Università di Bologna mentre in ambito internazionale l’accesso a un computer a scuola implica quasi automaticamente anche la connettività Internet, in Italia circa uno studente su dieci ha accesso al primo ma non alla seconda.
In classe gli insegnanti hanno ogni giorno a che fare con bambini di culture diverse, arrivati in Italia in momenti differenti della loro vita (chi a 10 anni senza sapere una parola d’italiano, chi a 6 crescendo con la padronanza di due lingue; chi con problemi d’integrazione e di povertà) ma dopo l’epoca Gelmini, tagliate le preziose ore di compresenza, un loro apprendimento di qualità è a rischio. Eppure gli alunni con cittadinanza non italiana sono triplicati dal 1999 ad oggi passando da 119.679 a 673.592 nel 2009. Nei programmi di tutti i candidati non c’è nulla in merito alla scolarizzazione di questi bambini. Quali risorse si intendono mettere a disposizione per questi cittadini di domani che saranno sempre più numerosi?
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