DAL FATTO QUOTIDIANO.IT
C’è un rapporto di tredici pagine redatto dall’Arpa Campania. Risale a fine maggio ed è indirizzato all’assessorato regionale all’Ambiente. Si chiama ‘Piano di monitoraggio e controllo e stato delle acque sotterranee discarica Sari’. Dice che a Terzigno, in provincia di Napoli, le falde acquifere sono inquinate e di conseguenza centinaia di pozzi sono inutilizzabili per l’agricoltura e chissà quanta acqua contaminata sarà finita comunque nella catena alimentare.
i cittadini di Terzigno, preoccupati per le cicliche voci di apertura di un nuovo sversatoio in Cava Vitiello. E tanto meno mette l’animo in pace alle famiglie di chi ha visto un congiunto ammalarsi prematuramente o morire di cancro, registrato in un artigianale ‘registro tumori’ che gli stessi terzignesi hanno compilato per sollecitare interventi di bonifica e di messa in sicurezza del territorio.
Per anni, grazie a politici acquiescenti e imprese senza scrupoli, i ‘vesuviani’ sono stati lentamente avvelenati. Calpestando ogni regola del buon senso in quello che doveva essere un paradiso dell’ambiente, il Parco Nazionale del Vesuvio, tramutato in un inferno puzzolente e pericoloso.
Ora fanno gola i 3 milioni e 600mila metri cubi di Cava Vitiello, il buco più grande d’Europa, che Berlusconi e Bertolaso provarono ad attrezzare a discarica nel 2010, scatenando la più agguerrita protesta di popolo dell’ultimo decennio. Di certo alla prossima emergenza rifiuti campana se ne tornerà a parlare. Sulla pelle degli abitanti di Terzigno.
Per saperne di più leggi l'articolo: Rifiuti a Napoli, acque avvelenate a Terzigno: “Falde inquinate da decenni”
Nessun commento:
Posta un commento