Privatizzazioni: Patrimonio dello Stato da vendere. Ma neanche il Governo sa quanto vale

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Nel 2011 già pareva incredibile che – a 150 anni dall’unità d’Italia – nessuno sapesse esattamente il valore del patrimonio pubblico nazionale. Oggi, con i tecnici al governo e un anno in più a disposizione, questa situazione appare ancora più paradossale. “Come si può arrivare al 2012 – chiede ad esempio Amedeo Ciccanti (Udc) – con Agenzia del territorio e Agenzia del demanio interamente informatizzate e digitalizzate, a non conoscere la consistenza del proprio patrimonio? La responsabilità di non avere un catasto di questo patrimonio è di queste Agenzie o della sua Direzione generale?”.
Svendere più che vendere. Questo è il rischio di lanciare operazioni di cartolarizzazione alla cieca, senza sapere qual è il patrimonio disponibile, se le amministrazioni locali lo stanno usando per fini istituzionali, per servizi come asili nido, ospedali e scuole e quanta parte è messa a reddito. E tuttavia si vuole procedere, dismettere il cedibile. Come se il padre di famiglia, rincorso dai creditori, vendesse una parte della casa senza sapere quanti locali ha e quanti glie ne servono, in che condizioni sono, se sono liberi e a cosa sono adibiti. Un’incertezza che, ammettono anche i tecnici del Tesoro, rischia di creare problemi di coordinamento nella fase operativa della vendita tra i diversi soggetti coinvolti, con lo Stato che chiede di lasciare gli immobili e le amministrazioni proprietarie che li rivendicano.
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