Inchiesta, Non solo l'Ilva, 57 siti pericolosi per bonifiche mancano 30 miliardi

DALLA REPUBBLICA.IT

Un'indagine coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità analizza i 57 siti industriali che minacciano la salute di lavoratori e abitanti. Il Ministero ha a disposizione appena 164 milioni. Le aziende non si sentono responsabili e bloccano le richieste di intervento dell'amministrazione pubblica: 6 milioni di persone a rischio.
Clini: "L’identificazione e la perimetrazione dei Siti d'interesse nazionale, assieme alle procedure per la bonifica, hanno provocato nel corso degli anni ritardi e contenziosi, determinati essenzialmente da due fattori. In primo luogo sono stati estesi in modo improprio l’elenco ed il perimetro dei Sin, come ha rilevato l’indagine della procura di Udine sul sito di Tor Viscosa/Marano lagunare, con l’obiettivo di accrescere le risorse finanziarie a disposizione del Ministero. In secondo luogo piani di bonifica sono stati orientati per la gran parte al recupero di siti industriali senza la definizione delle future destinazioni d’uso, assumendo di conseguenza obiettivi non realistici (si può trasformare un sito industriale contaminato in un campo di grano?) e costi impossibili. Con il risultato che i siti non sono stati bonificati.
Esempio di Gela:Nel 1965, Enrico Mattei pensava di trasformare la città siciliana in uno dei più grandi centri di raffinazione d'Italia. A distanza di quasi quarant'anni sono rimaste solo le malattie e le morti premature causate dalla contaminazione ambientale. Secondo l'Istituto superiore della sanità, solo nei siti petrolchimici ogni anno, sarebbero circa 50 i decessi oltre a 281 ricoveri per cancro.
Per saperne di più leggi l'articolo: Inchiesta, Non solo l'Ilva, 57 siti pericolosi per bonifiche mancano 30 miliardi

Nessun commento:

Posta un commento