Consumo di suolo, la Lombardia discute una legge. Per costruire di più

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

A Milano ci sono abbastanza appartamenti vuoti da assorbire la crescita della città per i prossimi vent’anni. Non ci sarebbe bisogno di costruire una sola casa, se li si potesse mettere tutti a disposizione. Parola di Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia. Invece questa regione continua a crescere con ritmi di consumo del territorio che la avvicinano di più a realtà cinesi e giapponesi, piuttosto che europee. Per un totale di 43 mila ettari di suolo pubblico persi in otto anni.
Nella giornata in cui si parla di suolo come bene comune, a poche centinaia di metri di distanza riprende in Commissione Territorio della Regione Lombardia, la discussione sul Progetto di legge 146 bis, ignota ai più. Recita il comunicato stampa che le proposte di modifica della legge 9 del 2001 “perseguono l’obiettivo dello sviluppo infrastrutturale, favorendo … il concessionario di autostrada regionale …- consentendo – che siano considerati parte integrante gli interventi i cui margini operativi di gestione possono contribuire all’abbattimento … dell’esposizione finanziaria …”. In parole molto più semplici significa rendere edificabili i terreni che verranno a trovarsi nei pressi degli svincoli autostradali, per aiutare i costruttori a rientrare del loro investimento. Una pratica che in Italia si è già attuata e che, per altro , è il linea con la Legge Obiettivo nazionale, ma che la Regione Lombardia vuole legittimare per legge.
“Questa legge non è una novità in Lombardia – spiega a ilfattoquotidiano.it Di Simine – Era già stata introdotta per le grandi autostrade previste dalla Legge Obiettivo e fortunatamente ha fatto fiasco, perché i capitali da investire sono ingenti, ma il rischio che si scateni una corsa al consumo di territorio c’è”.
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