Come aiutare i nostri figli nell’era della solitudine amichevole internettina?

DAL FATTO QUOTIDIANO

La solitudine sul web c’è anche se non se ne parla, il bisogno di comunicare è un istinto primario, così come quello di essere apprezzati, seguiti, cliccati. Chi si scandalizza è ipocrita.
La seduzione via web è molto affascinante, lo è per molti adulti, figuriamoci per un’ adolescente che proietta sul suo interlocutore virtuale tutti i desideri e i sogni tipici di quella età. La seduzione è dunque un terreno misterioso, legato alla fantasia e al pensiero, è diverso dalla pornografia che è esposizione totale e senza erotismo dei corpi.
Immaginate quanto sia distruttivo per una ragazza di 15 anni vedere la stessa foto pubblicata. Vergogna, senso di colpa, perdita del gruppo di riferimento, di stima sociale, tutto questo induce facilmente alla depressione e all’ansia che spesso si associa ad essa.Per un adolescente essere tagliato fuori dal gruppo dei coetanei, perdere la stima sociale equivale al trauma di un bambino cui viene strappata la madre. Durante l’adolescenza il gruppo conta molto più dei genitori.
Allora cosa possiamo fare? Educazione sentimentale ed Educazione tecnologica: cerchiamo di entrare in questo mondo con loro e di non esserne esclusi. Creiamo complicità, ad escluderci durante l’adolescenza sono già bravissimi loro, non scimmiottiamoli ma facciamo sentire che siamo alleati senza spiarli.
Gli adolescenti sono barche che partono dal nostro porto che per loro è una base sicura, dobbiamo riuscire a convincerli, tramite il dialogo, il contenimento e l’ ascolto delle loro inquietudini, che questo porto rimarrà sempre certo, che saprà andare oltre ogni vergogna, che potrà sostenere ogni abiezione ed errore. Non facciamo sentire giudicati i nostri figli o non ci confesseranno mai i loro turbamenti o errori.
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