Agricoltura, prima causa della deforestazione globale e dei gas serra

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Attività minerarie, espansione urbana, mega-infrastrutture, industria del legname: sono queste le maggiori cause globali di deforestazione. Ce n’è una, però, che le sovrasta tutte, e di molto: l’agricoltura. Secondo uno studio finanziato dai governi britannico e norvegese, infatti, senza il costante bisogno di nuove coltivazioni ben 8 alberi abbattuti su dieci potrebbero rimanere al loro posto. Cifre da record, legate in particolare all’agricoltura industriale. Che, soprattutto in Sud America, vede enormi coltivazioni di soia o cereali in mano a poche multinazionali. Una concentrazione di potere preoccupante, avverte il Wwf, che porta un centinaio di imprese a gestire da sole la metà dei beni provenienti dalle foreste di tutto il pianeta. Un fenomeno dagli effetti nefasti sia a livello ambientale che sociale.
Si sta andando verso una situazione dai contorni potenzialmente catastrofici, avverte lo studio, ma le aree verdi del pianeta non sono ancora spacciate. Se si iniziassero ad accantonare le pratiche del cosiddetto business as usual, infatti, si avrebbero benefici di carattere non solo ambientale, ma anche politico ed economico: una corretta gestione delle foreste, ad esempio, potrebbe portare a una riduzione della corruzione e quindi delle perdite finanziarie in Paesi che, presto, si potrebbero trovare in ginocchio nonostante la ricchezza dei loro territori. Ecco perché, scrivono gli esperti, si “dovrebbe dare priorità al miglioramento della governance e alla trasparenza”, e fare della lotta alle pratiche illegali una “attività fondamentale”.
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