Il debito pubblico delle grandi opere

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Negli ultimi anni, un’incidenza determinante sull’aumento dei debiti pubblici hanno avuto i costi delle grandi opere pubbliche, deliberate con sempre maggiore frequenza dalle amministrazioni statali centrali e periferiche non per rispondere a reali necessità, ma con la motivazione esplicita di rilanciare l’economia e creare occupazione. Le grandi opere hanno quasi sempre un impatto ambientale devastante e possono essere realizzate soltanto da grandi aziende che così suggellano la loro alleanza strategica col potere politico che le delibera.
Una indecenza che si ripete ogni volta in occasione di olimpiadi estive e invernali, campionati di calcio, di nuoto, di tennis, esposizioni universali, centenari, giubilei, conferenze internazionali. Le grandi opere che si realizzano in queste occasioni hanno costi altissimi, vengono usate per poche settimane per poi rimanere abbandonate al degrado e all’incuria, non ripagano nemmeno in minima parte le loro spese, riempiono le amministrazioni pubbliche di debiti per più generazioni , le obbligano a contrarre altri debiti per pagare gli interessi sui debiti contratti, le costringono a fare cassa cedendo la gestione dei servizi pubblici ad aziende multinazionali.
Il debito pubblico della Grecia, su cui si è scatenata la speculazione finanziaria, ha cominciato a impennarsi in conseguenza delle spese effettuate per le Olimpiadi di Atene del 2004. Se Torino è la città più indebitata d’Italia, lo deve alle spese in deficit sostenute per le Olimpiadi invernali del 2006.
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1 commento:

  1. Ricordo a tutti che ad Albertville (Francia 1992), il comitato post olimpico, che avrebbe dovuto prendere in gestione gli impianti costruiti appositamente per le olimpiade è nato 2 anni prima delle Olimpiadi. Per Torino 2006, appunto nel 2006, a cose ormai fatte!!!

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