Per controllare l'inquinamento serve la testa

DAL SITO DI EUROSALUS


Il ministro dell'ambiente, Orlando, ha convocato nei primi di settembre a Milano i rappresentanti istituzionali delle regioni del Nord per discutere l'applicazione del piano della qualità dell'aria.
Insieme, per affrontare l'inquinamento atmosferico nel bacino padano ed evitare la procedura di infrazione che l'Europa ha minacciato a fronte di ripetuti sforamenti dei limiti posti per il contenimento delle PM10 e di altri inquinanti.
Ci nasce infatti spontanea una domanda. È compatibile la realizzazione di una centrale a carbone a Porto Tolle, per la conversione di una vecchia centrale a olio combustibile dell'Enel, con la difesa dell'aria in Pianura Padana? Una centrale a carbone a Porto Tolle emetterebbe 2.800 tonnellate l'anno di ossidi di azoto, quanto 3,5 milioni di auto nuove, 3.700 tonnellate di ossidi di zolfo, 2,3 volte le emissioni annue del settore trasporti in Italia. Le emissioni di una centrale a carbone a Porto Tolle non si fermerebbero al confine del Veneto, interesserebbero tutta l'area padana e direttamente l'area e l'aria milanesi, vanificando così ogni limitazione del traffico su gomma esistente.
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