DAL FATTOQUOTIDIANO.IT
Davanti al mare sventola la bandiera blu. Un vanto per i 5mila abitanti di San Vito Chietino, un paesino abruzzese arroccato su una collina rocciosa che scivola fin dentro all’Adriatico. Acqua che meglio non ce n’è, si dicono i turisti accalcati in spiaggia. Del resto il vessillo blu, messo in mostra anche sul sito del Comune, ne è la garanzia. Peccato che due dei quattro tratti in cui è divisa la costa di San Vito non siano nemmeno balneabili quest’anno: troppo contaminati da escherichia coli ed enterococchi intestinali, i batteri contenuti nelle feci che, in assenza di adeguati sistemi di depurazione, finiscono dalle fogne direttamente in mare. E allora la bandiera blu?
I comuni che invece partecipano alla selezione (della bandiera blu) devono rispondere a un questionario per dichiarare di avere spiagge dotate di servizi igienici, bagnini e kit di primo soccorso. Tra le altre cose, vengono premiate anche la raccolta differenziata dei rifiuti, la disponibilità di mezzi di trasporto ecosostenibili e le iniziative di educazione ambientale.
Per saperne di più: Bandiere blu, il bluff del mare pulito non balneabile: ecco l’inghippo
I comuni che invece partecipano alla selezione (della bandiera blu) devono rispondere a un questionario per dichiarare di avere spiagge dotate di servizi igienici, bagnini e kit di primo soccorso. Tra le altre cose, vengono premiate anche la raccolta differenziata dei rifiuti, la disponibilità di mezzi di trasporto ecosostenibili e le iniziative di educazione ambientale.
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La differenza tra la Goletta Verde e le Bandiere blu è che Legambiente si reca sul posto e analizza la qualità delle acque e l’impatto sul territorio, la Fee si affida invece a minuziosi questionari e ad autocertificazioni.
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