Diserbanti: Legambiente chiede maggior attenzione

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE PIEMONTE

“Interrompere le pratiche dannose alla salute umana e alla biodiversità,
adottando modalità di gestione della vegetazione meno rischiose, più prudenti, razionali e rispettose di se stessi, della popolazione e dell’ambiente”.

Ogni primavera, quando tutto si va tingendo di un bel verde fresco e nuovo, i bordi delle strade cominciano invece a diventare delle interminabili strisce gialle. Gli addetti alla manutenzione e, sempre più spesso, anche i privati cominciano ad irrorare con diserbanti/disseccanti tutte le possibili fasce di vegetazione. Già in passato Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta aveva segnalato la situazione ad alcune amministrazioni provinciali (cui spetta la manutenzione della gran parte delle strade), chiedendo di interrompere questa pratica, pericolosa per la salute umana (possibile presenza di sostanze cancerogene), per gli animali (alcuni pastori transumanti hanno visto delle pecore morire dopo aver brucato l’erba avvelenata) e per gli ambienti acquatici (le sostanze irrorate vengono dilavate dalla pioggia e vanno a finire nei corsi d’acqua).
Dato che i mezzi ci sono, perché non procedere semplicemente al taglio meccanico? Perché, anche in questo caso, non pensare che i bordi delle strade fanno parte di uno spazio pubblico di cui dobbiamo aver cura?
Ormai vengono irrorati non più soltanto i bordi delle strade, ma anche i canali di scolo e irrigui, i muri di recinzione, i viali dei giardini pubblici e (quasi paradossale!) anche i binari delle linee ferroviarie recentemente “abolite”. Vogliamo ricordare ancora una volta che le sostanze utilizzate non sono per niente innocue ma, anzi, presentano notevoli livelli di pericolosità per la salute umana, per gli animali di tutti i tipi, per l’acqua che le dilava e le porta nei fiumi e nelle falde. La strategia comunicativa legata a queste sostanze è particolarmente subdola, in quanto prodotti in vendita libera vengono presentati come “inoffensivi” per l’ambiente in quanto rapidamente biodegradabili. In realtà si tratta di sostanze nocive all’uomo non solo a livello della molecola attiva, ma anche di quelle che derivano dalla sua degradazione e dei componenti che favoriscono l’incorporazione della molecola attiva nella pianta. Si possono avere conseguenze negative quando c’è esposizione diretta ad alte dosi, ma anche, a lungo termine, con esposizioni prolungate e ripetute a dosaggi molto bassi. A sostegno di quanto diciamo possiamo consigliare la lettura del “Rapporto pesticidi nelle acque” (edizione 2013) dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dove si afferma che quasi il 70% delle acque superficiali di pianura vede la presenza di erbicidi e sostanze derivate, con un notevole pericolo per la salute umana e per gli ecosistemi legati agli ambienti umidi.
Questa pratica così dannosa non deriva, a nostro parere, da necessità reali, ma piuttosto da una mentalità molto diffusa (si chiama “biofobia”) che vorrebbe eliminare tutto quanto considerato “dannoso”, “infestante”, “disordinato” o simili. In questo modo, attraverso cattive abitudini apparentemente poco significative, causiamo in realtà dei danni enormi (anche a noi stessi, aumentando l’esposizione alle sostanze che ci possono causare malattie molto gravi). Sembra davvero paradossale che, con tutta la disponibilità che c’è di mezzi meccanici, dobbiamo far ricorso in questo modo alla “guerra chimica”. In altre regioni italiane o in altri paesi europei la manutenzione delle strade viene fatta totalmente con sfalcio meccanico o manuale, addirittura programmando gli interventi in modo tale che le specie vegetali che colonizzano queste fasce possano compiere il loro ciclo vegetativo. Il risultato è che i bordi delle strade sono più belli e comunicano un’idea di rispetto per l’ambiente nelle sue forme anche più “umili”.
Chiediamo quindi alle amministrazioni pubbliche e private, agli imprenditori agricoli, ma anche ai cittadini che ne fanno uso, di interrompere queste pratiche dannose alla salute umana e alla biodiversità, adottando modalità di gestione della vegetazione meno rischiose, più prudenti, razionali e rispettose di se stessi, della popolazione e dell’ambiente.

Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta011.2215851 – www.legambientepiemonte.it

1 commento:

  1. Pratica dannosa e costos: perché non pensare che i bordi delle strade fanno parte di uno spazio pubblico di cui dobbiamo aver cura?

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