In Italia serve un nuovo governo subito che sia partigiano della sostenibilità ambientale e sociale

DAL SITO DI GREENREPORT

I tempi dell'economia finanziaria fossero a dir poco incompatibili con quelli della politica. I nanosecondi con cui si possono spostare con un click immense ricchezze da una parte all'altra del mondo stanno uccidendo le democrazie, mentre i tempi della politica sono drammaticamente lenti anche per cose molto meno veloci: è questo il caso, ad esempio, dell'impoverimento di un Paese come il nostro, che fino a poco tempo fa aveva risparmi familiari invidiabili. Mai un Pil eccezionale negli ultimi quindici anni almeno, tuttavia un tenore di vita alto.
Nel giro di qualche anno, la crisi economica ha però spazzato via tutto, e quello che non ha fatto lei lo ha fatto quella politica che è contemporaneamente causa e risultato della crisi economica stessa. Sbagliate tutte le analisi sul "dove si stesse andando", tutti incantati dalle magnifiche virtù del turbo liberismo, nessuno è stato capace di far cambiare binario in tempo e inevitabilmente il treno ha deragliato. Da 17 anni di berslusconismo siamo usciti con le ossa rotte, ma senza costruire una vera alternativa possibile
Serve prima di tutto un governo nazionale stabile, che sappia cogliere le (pare) inversioni di tendenza in Europa rispetto all'austerità e che non giochi a spararla sempre più grossa alla Grillo, ma che faticosamente costruisca un modello di crescita economica sostenibile che faccia ripartire il Paese. Sì, una crescita sostenibile, che suonerà anche come un ossimoro o una contraddizione in termini, ma che purtroppo è l'unica strada perseguibile in quanto questo maledetto modello di sviluppo non lo si può nemmeno riconvertire se l'economia resta ferma. Siamo vicini al 25 aprile, servono nuovi partigiani, stavolta partigiani della sostenibilità ambientale e sociale. E speriamo che ci portino via da questa disperazione.
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1 commento:

  1. Tutto condivisibile, tranne che la riduzione del potere d'acquisto e della qualità di vita è scesa già dall'inizio degli anni 2000 anche se il PIL (a dimostrazione che quest'ultimo è solo un indicatore economico) è continuato a salire (poco) fino al 2007.

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