Ponte sullo Stretto, una costosissima bufala sempre di moda

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Proprio in questi giorni le associazioni ambientaliste, con in prima fila il Wwf, hanno scongiurato l’ennesimo accanimento terapeutico per tenere in vita il progetto del Ponte anche se la storia ancora non è finita. E’ esattamente dal 1971 che questo Paese si trastulla, mentre la Penisola si disgrega e il Sud agonizza, con il giocattolino del Ponte sullo Stretto di Messina tra Scilla e Cariddi.
Un divertimento che ha già fatto sprecare almeno 230 milioni di euro (del 2010) in studi e progettazioni. Prima lo volevano fare a piloni ma hanno scoperto che c’erano problemi costruttivi e, poi, dal 2003 la Stretto di Messina SpA, la concessionaria pubblica, che vive sulle nostre spalle, ha proposto la realizzazione, alla modica cifra di 8,5 miliardi di euro (oltre mezzo punto del famoso Pil), di un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, che serva a far passare sia le auto che i treni, in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e di maggior pregio naturalistico e paesaggistico d’Europa.
’italico genio che vuole battere tutti i record, anche quello che ha sinora impedito, viste le attuali conoscenze tecniche, di fare ponti stradali e ferroviari ad unica campata non più lunghi di 1 chilometro: il ponte più lungo esistente al mondo con analoghe caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone, di 1118 metri di lunghezza. Ma come si sa i giapponesi sono strani.
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