L'Italia fanalino di coda nel trasporto merci su rotaia

DAL SITO QUALENERGIA.IT

Un'analisi dell'Osservatorio Eurispes sulla mobilità e i trasporti illustra come nel nostro paese il trasporto ferroviario delle merci rappresenti una quota di traffico minoritaria rispetto alle altre modalità: si stima infatti che esso raggiunga un valore si appena il 6%. In Europa il comparto ferroviario delle merci si attesta ad una quota che varia tra il 12% e il 18%, e in alcuni paesi come l'Austria addirittura supera il 30%.
Da noi come sappiamo domina il trasporto su gomma. E nonostante quest'ultimo presenti maggiori aspetti critici rispetto agli altri comparti (costi elevati, forte dipendenza dalle condizioni atmosferiche e stradali, più elevato tasso di incidentalità e ripercussioni a livello ambientale), gli investimenti infrastrutturali da una parte e le politiche di sostegno dall'altra hanno privilegiato negli ultimi 60 anni la rete stradale e autostradale e il trasporto merci e passeggeri su gomma. Un vero paradosso.
Marco Ponti, autorevole docente di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano, oltre a esprimersi spesso sulla inutilità della TAV della Valle di Susa visto che in quell’area con la Francia scambiamo molto poco, ripete che i costi per il trasporto delle merci le imprese li affrontano nell’attraversamento delle aree dense, non certo sui valichi. Il 75% del traffico e dei costi per le imprese è dovuto alla congestione delle aree dense e metropolitane, con gli annessi problemi di inquinamento. Quindi è qui che occorrerebbe intervenire.
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1 commento:

  1. "Il 75% del traffico e dei costi per le imprese è dovuto alla congestione delle aree dense e metropolitane, con gli annessi problemi di inquinamento. Quindi è qui che occorrerebbe intervenire."

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