SOS cultura: se l’Italia non affronta l’emergenza sarà «crisi irreversibile»

DAL SITO GREENREPORT

In Italia vive un «5% di popolazione che pur avendo frequentato la scuola presenta fenomeni gravi di regressione culturale al limite dell'analfabetismo, e una massa, circa il 70% della popolazione, che ha competenze estremamente limitate». In tutto, i ¾ della popolazione totale. I dati evidenziati dal Vittoria Gallina, curatrice dello studio All sulle competenze alfabetiche dei cittadini, costituiscono le radici più profonde dell'allarme lanciato ieri da Consiglio universitario nazionale ne il suo Le emergenze del sistema, suscitando grande scalpore: in dieci anni l'Italia ha perso 58mila immatricolazioni all'università. Forse non un dato così inatteso, per un Paese «che investe appena l'1,0% del proprio Pil nel sistema universitario» e che occupa «per spesa in educazione terziaria in rapporto al Pil il 32° posto su 37 Paesi considerati (dati 2009)».
Nel recente studio Why the jobs problem is not going away, ricercatori della McKinsey avvertono che nel 2020 le economie avanzate (e quella italiana è un'avanguardia) potrebbero aver bisogno di nuovi 16-18 milioni di laureati che non riusciranno a trovare: in questo caso, la domanda supererebbe l'offerta dell'11%. Nel frattempo, la Cina ha raddoppiato in 10 anni il numero dei propri atenei, sfornando - come riporta un inserto de la Repubblica - ogni anno «8,3 milioni di nuovi laureati». Anche ad oriente il vento sta cambiando, e la Cina «perde dieci milioni di operai all'anno e nel giro di un decennio non sarà più la prima manifattura mondiale. È l'effetto dell'invecchiamento della popolazione, ma anche di un cambio di mentalità: i nipoti di Mao oggi sognano una scrivania».
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1 commento:

  1. Altro argomento molto interessante e poco conosciuto cioè il fenomeno dell'analfabetismo di ritorno, che è manifesto in tutte le fasce di età.

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