La vernice fotovoltaica di Archimede Pitagorico

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

In un recente articolo sul “Corriere della Sera” intitolato “Troppe illusioni sull’innovazione“, Francesco Giavazzi e Francesco Alesina attaccano la tecnologia fotovoltaica sostenendo che:……. si è favorita una tecnologia che a distanza di pochi anni è già vecchia. Oggi l’energia solare si può catturare semplicemente usando una pittura sul tetto, con costi e impatto ambientale molto minori.
Analizzando meglio la questione, si vede che queste leggendarie vernici sono basate sull’idea della cella fotovoltaica a polimeri organici. Sono celle che funzionano, sia pure con efficienze molto basse. Ma non sarebbe comunque possibile ottenere energia spruzzando il tetto con una vernice. Alcune parti della cella potrebbero forse essere spruzzate, ma bisognerebbe pur sempre costruire delle celle con i loro contatti elettrici, poi assemblare le celle in pannelli, supportarli su qualche tipo di struttura, poi c’è il costo dell’elettronica e di tante altre cose. In sostanza, anche se le celle a polimeri organici fossero altrettanto efficienti di quelle tradizionali, i costi totali degli impianti cambierebbero ben poco.
Gli autori non si rendono conto che l’incentivazione del fotovoltaico non è un finanziamento per la ricerca, ma uno stimolo a essere più efficienti. E, in effetti, l’efficienza dei pannelli fotovoltaici standard continua a migliorare anche come risultato dell’incentivazione: non c’è bisogno di vernici miracolose per avere energia elettrica a costi che si abbassano sempre di più.
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