La proposta di Clini: bruciare i rifiuti nei cementifici. Alla faccia dell’ambiente

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Bruciare rifiuti solidi urbani per alimentare i forni di cottura del clinker, cioè la componente principale del cemento. Questa la proposta avanzata ormai quasi un anno fa dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ma sottoposta alle commissioni di Camera e Senato soltanto nell’ultimissima fase della legislatura. Con più precisione: sostituire parzialmente i combustibili fossili, di solito utilizzati nei cementifici, con il cosiddetto combustibile solido secondario (CSS), ricavato dalla frazione secca dei rifiuti con l’aggiunta di altre componenti.
Lo schema di decreto “concernente regolamento recante disciplina dell’utilizzo di CSS in cementifici” ha suscitato però le proteste di alcune associazioni ambientaliste, secondo cui il provvedimento di Clini rischierebbe di trasformare, “se non di fatto, poco ci manca”, i cementifici in inceneritori. Un’ipotesi d’altronde non così azzardata, visto che è lo stesso ministro – intervistato da ilfattoquotidiano.it – ad ammettere che “l’utilizzazione del combustibile secondario dei rifiuti nei cementifici riduce anche il fabbisogno degli inceneritori”.
Visto che “la quantità di diossine è proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati”, i microinquinanti emessi dai cementifici potrebbero essere “maggiori rispetto a quelli degli inceneritori”.
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