Clima, energia e poltrone

DAL SITO DEL FATTO QUOTIDIANO.IT

Le notizie più recenti sulle prossime elezioni riguardano il timore che le nevicate annunciate per il fine settimana possano influire sull’esito del voto. Non siamo messi bene. In effetti, con il “porcellum”, che non prevede preferenze, i candidati in fondo alle liste potrebbero sconsigliare perfino i parenti dall’inzupparsi le scarpe per un voto che non li vedrà salire su alcuno scranno. Naturalmente sto scherzando ma lo faccio disarmato per quanto un’elezione cruciale per il futuro del Paese e dell’Europa sia stata ridotta a un azzardo di alleanze, riesumazioni di bugiardi che credevamo screditati per sempre e scambi di invettive, che hanno comunque messo sullo sfondo contenuti e problemi cruciali. Il mio resta comunque un invito a andare a votare a tutti i costi per riallacciare quel rapporto tra politica e società che gli ultimi 20 anni hanno liquefatto.
Su questo blog tratto soprattutto di energia e dell’attenzione che meriterebbe una trasformazione epocale del sistema. Pane per la politica, che però da noi non se ne occupa quasi, delegando alle lobby energetiche la continuità degli interessi ereditati dall’era del petrolio e del gas.
Nel 2012 la domanda di energia elettrica è diminuita del 2,8% rispetto al 2011. Le uniche fonti energetiche che vedono aumentare la propria produzione sono il fotovoltaico e l’eolico. In 4 anni la produzione da solare FV è aumentata del 2.600%. Le due fonti insieme coprono il 9,5% della domanda elettrica nazionale. Il Governo però le sta disincentivando e ostacolando, con perdite cospicue di imprese e posti di lavoro.
Negli Usa una rivolta contro le compagnie delle fonti fossili. La francese Gdf Suez realizzerà in Marocco un parco eolico di 300 megawatt, il più grande di tutto il Nord Africa.
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