Ponte sullo Stretto, pasticcio da 500 milioni. Il governo adesso è nei guai

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Pagheremo caro, pagheremo tutto. Gli appaltatori del ponte sullo Stretto si sentono già in tasca almeno 500 milioni di euro di penali per lo stop alla costruzione. Il goffo tentativo del governo dei tecnici di fermare la valanga con un decreto legge non è servito. Il consorzio Eurolink (formato da Impregilo, Condotte, Cmc, Sacyr e altri minori) ha già spedito la raccomandata per chiedere il recesso dal contratto e il pagamento delle penali dovute. Nella migliore delle ipotesi si finirà in tribunale, cosicché uno stuolo di avvocati si aggiungerà alla lunga lista di chi si è arricchito con il ponte mai fatto. Il decreto che sospende tutto per due anni, per chiudere la partita in modo indolore, è considerato illegale dai costruttori, forti anche della protesta dell’ambasciata di Spagna a Roma (Sacyr è spagnola), che ha diffidato il governo italiano dal cambiare per legge il contenuto di un contratto. Probabilmente il governo ha giocato duro supponendo che i protagonisti della strana vicenda avessero la coscienza abbastanza sporca da non protestare. Solo che l’estate scorsa Impregilo è passata di mano, dal gruppo Gavio al gruppo Salini. Il nuovo padrone può battere cassa senza aver nulla da temere sul passato.
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