Imparare a vivere nei limiti di un solo pianeta

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Il libro tratta ancora una volta il tema di come l’agricoltura globale si trovi di fronte a sfide del tutto inedite: la scarsità di acqua, le rese produttive delle principali colture che hanno raggiunto il loro limite produttivo, il cambiamento climatico, l’impoverimento e l’erosione dei suoli.
Nutrire il pianeta, che cresce al ritmo di 80 milioni di nuovi individui l’anno, assume sempre più i contorni della sfida.
Una conseguenza della quale si parla ancora poco ma che rischia di avere impatti devastanti riguarda il cosiddetto land grabbing(accaparramento dei terreni). Le nazioni che possono permetterselo corrono all’estero ad accaparrarsi terre coltivabili e annesse risorse idriche. Questo modello di neocolonialismo, pur rappresentando un fenomeno nuovo, secondo le stime della Banca Mondiale pubblicate nel 2010 coinvolge già 46 milioni di ettari, due terzi dei quali nell’Africa sub sahariana. Ma essendo il dato riferito alla sola estensione dei terreni acquistati, la stima più realistica è che si tratti almeno 80 milioni di ettari complessivi di territorio.
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