Disastro ambientale: c’è l’indagine sulla centrale nucleare del Garigliano

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Rifiuti ancora in attività sotterrati tra i 20 e 50 cm di profondità. Scoli del reattore a contatto con il fiume. Controlli ambientali interrotti da anni. La gente che abita nei dintorni la battaglia la combatte da tempo: la centrale nucleare del Garigliano, al confine tra le province di Latina e di Caserta, da decenni avvelena il territorio e i suoi abitanti.
Registri degli scarichi liquidi e aeriformi compilati a matita. Li ha sequestrati la Guardia di Finanza di Mondragone che, racconta il quotidiano, pochi giorni fa ha chiuso l’impianto per 18 ore e lo ha battuto palmo a palmo.
A guardarla dall’alto con Google Maps, la centrale sembra un’enorme pallina da tennis sistemata sull’ansa del fiume. “E’ stata una follia costruirla in quel punto- spiega Roberto Lessio, ex presidente di Legambiente Latina, che da anni segue il caso – la struttura venne fermata, tra gli altri motivi, in seguito ad un’esondazione avvenuta nel novembre 1979, quando l’acqua sommerse gli impianti in funzione e si rischiò la fusione del nocciolo.
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