Ilva, Taranto non è più controllata dal potere

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Non è bastata la Procura di Taranto. Ora c’è l’Istituto Superiore della Sanità a quantificare l’eccesso di mortalità. E finalmente si sa tutto. Sappiamo che sono 30 i decessi annui attribuibili all’inquinamento industriale (Procura) e che è dell’11% l’eccesso di mortalità fra Taranto e Statte (Istituto Superiore della Sanità) rispetto al resto della regione.
I dati dell’Istituto Superiore della Sanità sono ancora peggiori di quelli della Procura e confermano anche come gli allevatori a cui sono state abbattute le pecore e le capre “alla diossina” sono anche loro contaminati dalla diossina: nel loro sangue si trova in concentrazioni superiori rispetto agli allevatori che lavorano più lontano dalle ciminiere dell’Ilva.
Nello specifico per gli uomini il rapporto registra un incremento del 14% per tutti i tumori; +14% per le malattie circolatorie, +17% per quelle respiratorie, +33% per i tumori polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici. Per le donne invece: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico.
Ma se questi sono i dati epidemiologici, vi è un altro dato che fa riflettere perché è fondamentale: è saltato a Taranto il potere della “distrazione“. L’elemento principale del controllo sociale è infatti la “strategia della distrazione”.
Ora Taranto non è più distratta. I cittadini non si fanno più sviare da discussioni astratte sugli schieramenti politici. Destra e dalla sinistra non dividono più. A fare da discrimine è la decisione se far terminare la fonte di tanta sofferenza: l’inquinamento.
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