Il Piemonte e l'Italia a tavola tra eccellenze, contraffazioni e pesticidi

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE PIEMONTE

La ricetta per la sicurezza alimentare:
regolamentazioni più stringenti, più controlli e maggiore informazione

Da anni con “Italia a Tavola”, il rapporto sulla sicurezza alimentare giunto nel 2012 alla sua nona edizione, Legambiente e il Movimento Difesa del Cittadino raccontano vizi e virtù della filiera agroalimentare.
Nel 2011 sono stati oltre 200mila i controlli effettuati dalle forze dell'ordine. Le indagini e i sequestri mostrano che i prodotti tipici, eccellenze per il nostro Paese, rappresentano una golosa opportunità di affari per i tanti soggetti truffaldini del settore agroalimentare: il Belpaese è infatti la patria della tradizione di prodotti di qualità e proprio quei prodotti portabandiera dell'Italia a tavola sono i più colpiti da sofisticazioni e contraffazioni. Nascono così le storie della mozzarella di bufala prodotta con latte vaccino, dell'olio deodorato e colorato, di pesce congelato spacciato per fresco, di conserve di San Marzano ricavate da pomodori provenienti da paesi lontani, di container contenenti vino privo dei documenti di tracciabilità.
Il Piemonte non è esente dal fenomeno. Come nel resto del Paese, la frode alimentare è qui diffusa sia come frode commerciale, che colpisce i diritti contrattuali e patrimoniali del consumatore, sia come frode sanitaria, che attenta direttamente alla salute pubblica, rendendo pericoloso il consumo di determinati cibi.
Tra gli esempi del primo tipo, il principale è quello del settore vinicolo, con oltre 350mila litri di vino posti sotto sequestro in Piemonte nel 2011. Ad Alessandria, per esempio, nel maggio del 2011 sono state sequestrate oltre 33mila bottiglie di vino la cui etichetta attestava falsamente l'impiego di uve italiane. Diversi altri casi analoghi si sono registrati nella provincia di Cuneo e Verbania.
Ma quello vinicolo non è l'unico settore della filiera alimentare a essere interessato dal reato di frode nell'esercizio del commercio: a Torino un'azienda distribuiva dolci tipici carnevaleschi apponendo in etichetta informazioni false relative allo stabilimento di produzione.
Sempre a Torino, si può rintracciare un esempio di frode sanitaria. Lo scorso luglio sono state sequestrate 4 tonnellate di caffè e alimenti in polvere per produzioni dolciarie, per mancato rispetto delle norme igienico sanitarie: le confezioni erano infatti custodite all'interno di un deposito abusivo, tra polvere, ragnatele, insetti e parassiti.
L’Italia ha uno dei migliori sistemi di tutela della salute a tavola dei cittadini – afferma Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aostaeppure una maggiore sicurezza potrebbe essere ottenuta attraverso un miglior coordinamento nel settore della sicurezza alimentare e nei controlli, pene più severe che servano da veri deterrenti contro le frodi agroalimentari, etichette più trasparenti e filo diretto tra consumatori e istituzioni”.
Un altro campanello d'allarme viene da “Pesticidi nel piatto 2012”, il rapporto annuale di Legambiente sui residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia, elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici pubblici regionali competenti. Il quadro emerso conferma che ortofrutta e vino sono costantemente contaminati anche se i campioni fuorilegge sono solo lo 0,6%. Aumentano però, purtroppo, i campioni da record: ad esempio, proprio in un laboratorio piemontese in un campione di arance sono stati rintracciati fino a 5 residui chimici diversi, 4 in un campione di finocchi e 6 in uno di fragole e uno di uva. Del resto, la legge non si esprime ancora rispetto al cosiddetto multi residuo, cioè, al quantitativo di residui diversi che si possono ritrovare negli alimenti, mentre la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) continua a basarsi sui singoli residui.
“Se un'ulteriore stretta ai controlli e il recepimento giuridico delle direttive indicate da questi risultati avranno un ruolo importante nel miglioramento della situazione attuale – conclude Dovana – una parte importante in questo senso si otterrà anche grazie a una maggiore presa di coscienza da parte dei cittadini, in direzione di un consumo più consapevole e informato”.

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