DAL FATTO QUOTIDIANO.IT
Alcuni bambini nascono senza un orecchio, altri con quattro dita alle mani, altri ancora con delle malformazioni al palato. Una percentuale superiore di sei volte rispetto alla media nazionale. Succede a Gela, novantamila abitanti sulla costa meridionale della Sicilia; lì venire al mondo è più difficile che nel resto d’Italia.
La procura di Gela ha aperto un’indagine sul caso. Oggetto dell’inchiesta una sola, importante, domanda: perché qui i casi di malformazione sono più comuni che nel resto d’Italia? La risposta allunga inevitabilmente lo sguardo sulla costa della cittadina in provincia di Caltanissetta, e precisamente dalle parti del petrolchimico dell’Eni, voluto alla fine degli anni ’50 da Enrico Mattei in persona. Per anni a Gela la parola lavoro ha fatto rima con l’azienda del cane a sei zampe
“Il problema è che a Gela è inquinato tutto: dall’acqua, agli ortaggi, al cibo con cui viene allevato il bestiame” aveva spiegato il genetista Sebastiano Bianca, perito della procura di Gela, ai microfoni del fattoquotidiano.it. L’alto tasso di malformazioni genetiche è dovuto ai distruttori endocrini, elementi derivati dalle sostanze inquinanti simili a quelle emesse dal petrolchimico: dal potenziale micidiale sono in grado di attaccare il tessuto provocando le malformazioni neonatali. Il problema per la procura è trovare il nesso causale, ovvero provare a livello scientifico, e quindi giudiziario, che i tumori e le malformazioni genetiche derivano dall’inquinamento prodotto dal petrolchimico.
Per saperne di più leggi l'articolo: Gela, la Procura apre inchiesta su bambini nati con malformazioni
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