DALL'ECO DALLE CITTA'
E’ crisi. Ma la penuria di risorse non è sufficiente a spiegare la brusca e preoccupante battuta d’arresto delle politiche ambientali urbane: prima ancora di quella economica, pare esserci una crisi della capacità di fare buona amministrazione che investe molte, troppe realtà locali.
Nell’insieme dei capoluoghi italiani, ad esempio, torna a crescere l’inquinamento atmosferico, la media delle polveri sottili passa da 30 a 32 microgrammi per metro cubo, e sono dieci in più, da 27 si passa a 37, i giorni dell’anno in cui l’ozono scavalca i limiti di legge. Senza contare l’inefficienza energetica e quella del trasporto pubblico, messo sotto pressione dai tagli e incapace di attrarre passeggeri. Non crescono inoltre le isole pedonali, le zone a traffico limitato e le reti ciclabili urbane.
È questa la foto scattata dalla XIX edizione di Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore, sullo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. Un quadro che, nel grigiore generale, vede emergere Venezia, tra le grandi città, Trento, tra i centri urbani di medie dimensioni, e Verbania, tra le piccole. In tutti e tre i casi, però, si tratta di primati relativi: non sono le città più sostenibili, ma sono le meno insostenibili. Rimane invece indietro il sud Italia con Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia ultime in classifica, sia che si parli di grandi capoluoghi, sia di medi o piccoli centri.
Per saperne di più leggi l'articolo:
Ecosistema Urbano 2012: città allo stallo nella qualità ambientale
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