DAL FATTO QUOTIDIANO.IT
La spending review ha obbligato il governo Monti a ratificare ciò che da tempo avevano capito anche i sassi: per funzionare, il corridoio 1 europeo da Palermo a Berlino non ha bisogno di un Ponte tra Capo Peloro e Torre Cavallo, ma di un sistema ferroviario italiano un po’ meno ottocentesco di quello attuale (16.529 chilometri di rete ferroviaria, di cui il 40 percento non elettrificata a trazione diesel, con quasi 10.000 km a binario unico!). Di moderno ed europeo il sistema ferroviario italiano è in grado, per ora, di offrire solo le dimensioni del board e i compensi del management del gruppo Ferrovie dello Stato. Difficile, in questa situazione, giustificare la spesa di oltre 6 miliardi di euro per un’opera come il Ponte, utile certamente a chi la costruisce.
In Italia purtroppo l’ambientalismo scientifico, quello che senza isterie né fondamentalismi cerca di valutare progetti e proposte sulla base di rigorose analisi costi/benefici senza pregiudizi, non gode di grande ascolto e in genere possiamo contare su un solo alleato, sicuro e fidato, per tentare di evitare la realizzazione di alcune opere pubbliche scellerate, costose e macroscopicamente inutili: la povertà delle casse dello Stato.
Trecento milioni spesi per nulla. In Italia troppo spesso gli appalti pubblici delle grandi opere hanno questa funzione sostanziale: azzerano il rischio di impresa a beneficio dei grandi costruttori e degli istituti di credito alle loro spalle. Vinci sempre e comunque. Che l’opera si faccia o no è quasi un dettaglio secondario: sarai in ogni caso remunerato, in proporzione alla posta in gioco. Tutti ci guadagnano, nessuno è responsabile di nulla. Brindisi finale a tarallucci e vino.
Per saperne di più leggi l'articolo: Ponte sullo stretto, chi paga?
Anche qui molta tristezza, ambientalismo scientifico è lo scopo della Legambiente. Purtroppo, come dice Enrico Fedrighini, viene più ascoltato chi fa demagogia di chi cerca di trovare la soluzione attraverso la conoscenza del problema.
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