Ilva, l’angoscia nei disegni dei bimbi "Quelle ciminiere sono tanti mostri"

DALLA REPUBBLICA.IT

"Cara Ilva, ora basta. Non inquinare più. Altrimenti chiamo il lupo nero", scrive. Il lupo nero: sarà questa la soluzione? Sorridono le maestre di Lello, che ieri, come già in altre occasioni, hanno chiesto al piccolo e ai suoi compagni di provare a raccontare con pensierini e disegni che cosa significhi essere bambini a due passi dal "mostro". Se già qualche anno fa, nelle scuole, si disegnava la paura e si reclamava il diritto alle nuvole bianche, oggi c'è ancora più consapevolezza del disastro in corso. A otto anni si dipinge l'altoforno numero 5, il "mostro dei mostri", come nemmeno al primo anno di Chimica. I bimbi alzano la voce: "Noi non ci meritiamo questa città" (Marco, Quarta A). "Ilva si!" (con le ciminiere) e "Ilva no!" (con gli alberelli) suggerisce invece Maraya, Quarta A). Qui non c'è bambino che, a differenza dei genitori - per troppi anni distratti o forse poco informati - non abbia ormai capito che cosa significhi vivere a Taranto. E tutti lo hanno capito sulla propria pelle. Ciascuno di loro ha avuto almeno un parente ammalato o morto per un tumore, ciascuno ha in famiglia un pezzo di quel record di ammalati che ha la città. "Qui è impossibile non parlare dei temi ambientali" dice Dolores Loiacono, preside della scuola media Pirandello nel quartiere Paolo VI, piena zona rossa. Le fa eco Fara Gianetto, direttrice delle scuole elementari Deledda e Vico nel quartiere Tamburi: "Questi bambini l'emergenza la vivono e la frequentano da quando sono nati"
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1 commento:

  1. Consiglio a tutti di vedere questi disegni. Il disagio di un bambino per una situazione insostenibile

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