Il terremoto a L’Aquila visto dagli stranieri

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Durante lo svolgimento del processo nell’ultimo anno, è emerso un quadro più complesso. I Pubblici Ministeri non hanno accusato i membri della commissione di non aver predetto il terremoto, ma di aver effettuato una rapida e superficiale valutazione dei rischi, presentando al pubblico dei risultati incompleti ed erroneamente rassicuranti. I Pm hanno sostenuto in tribunale che le molte scosse avvertite a L’Aquila nei mesi precedenti davano quantomeno un’idea di un aumentato rischio.
Nel frattempo, una conversazione telefonica registrata e resa pubblica durante il processo ha suggerito che la commissione si era riunita con lo scopo preciso di rassicurare il pubblico. Questo ha sollevato il dubbio sul fatto gli scienziati fossero stati usati, o abbiano permesso di farsi usare, per calmare una città in agitazione.
Bernardo De Bernardinis, allora vice-capo del DPC e ingegnere idraulico, aveva dichiarato che le scosse “non costituiscono un pericolo” e che “la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole.” Le continue scosse aiutavano a scaricare l’energia della faglia, spiegò De Bernardinis. Al processo i testimoni hanno detto che ciò fu particolarmente rassicurante, perché suggeriva che il pericolo diminuiva con ogni scossa. Quando l’intervistatore suggerì che la popolazione si poteva rilassare con un “buon bicchiere di vino”, De Bernardinis rispose “assolutamente” e raccomandò un buon Montepulciano.
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