Il governo dei tecnici del cemento

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Il punto cruciale è la riforma del cosiddetto ‘silenzio inadempimento’. Oggi, quando un cittadino chiede di costruire in una zona sottoposta a vincolo, la soprintendenza ha 90 giorni per rispondere. Se non lo fa è inadempiente, e il cittadino può rivolgersi al Tar, e ottenere comunque una risposta seppure con una via più lunga.
La riforma, invece, dimezza il termine, decorso il quale a rispondere non sarà più la soprintendenza, che decade dal potere di farlo, ma lo sportello unico degli enti locali. Se (come è facile predire) quei poteri fin troppo vicini agli interessi locali diranno di sì, il cittadino intanto costruisce. Poi, semmai, la Soprintendenza ricorre, facendo dichiarare illegale la costruzione: ma da qui a farla abbattere, purtroppo, ce ne corre. Tra falle normative e complessità dei contenziosi, è facile immaginare che ci ritroveremo in una palude di carte bollate su cui svetteranno torri di cemento.
Se il governo volesse davvero aumentare la qualità della tutela e insieme garantire i diritti del cittadino, non sarebbe meglio prima mettere l’amministrazione in grado di rispondere, e solo dopo pretendere che lo faccia?
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