Il cibo ci aiuta a leggere la crisi e costruire il cambiamento

DAL FATTO QUOTIDIANO

Appartengo alla schiera, che mi sembra sempre più nutrita, di coloro i quali non credono alla ripresa nel 2013 o più in generale a un’uscita dalla crisi nel breve periodo.
Sono tra coloro i quali ritengono che da questa crisi non usciremo presto perché essa non è passeggera: si tratta invece di una profonda crisi del sistema che ha dominato per decenni l’economia, la cultura, la società, la politica, e che oggi ha esaurito la sua forza propulsiva perché i suoi fondamentali sono irrimediabilmente compromessi. A partire dall’idea che la crescita può essere infinita perché inesauribili sono le risorse a nostra disposizione. Solo un profondo cambiamento potrà farci uscire da questa crisi e farci conoscere una nuova stagione di benessere, anche se in forme diverse da quelle che ci siamo abituati a vivere negli ultimi decenni.
Sono anche un ottimista, convinto che sarà dura ma ce la faremo. La luce in fondo al tunnel c’è e la possiamo vedere tutti. Mangiamo 3 volte al giorno e con le nostre scelte alimentari quotidiane possiamo favorire il cambiamento, a partire dalla tavola.
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