Estati calde, caldissime. L’eccezione è ormai la norma

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

Sono stati mesi caldi, torridi, che hanno portato siccità in molte aree geografiche, hanno agevolato gli incendi e la rapidità del diffondersi delle fiamme, hanno fatto parlare di allarme acqua. Ma è meglio abituarsi (ed adattarsi), perché di tutto questo non possiamo più parlare come di fenomeni eccezionali.
Forse agli occhi dei molti può essere così, anche i più anziani faticano a ricordare momenti di così lungo e duraturo calore, eppure ai più giovani non sfugge il ricordo della torrida estate del 2003 (i maturandi della classe 1984, ad esempio) ma nemmeno i nostri cugini transalpini si potranno dimenticare facilmente un’estate che fu caratterizzata da elevati picchi di temperatura con conseguenze drammatiche. E poi venne l’estate del 2005, e poi ancora quella del 2007 e quindi quella del 2010, che ha messo a (ferro) e fuoco la fredda Russia. E ancora, sempre nel 2010, e ancor di più nel 2011 e 2012 la pesante siccità estiva che ha colpito gli Stati centrali degli Stati Uniti ha riempito i monitor di tutte le televisioni (le immagini del Missisipi, uno dei 5 principali fiumi del pianeta, in secca sono toccanti e drammatiche al tempo stesso).
Il clima globale sta cambiando, su questo la scienza non ha più dubbi anzi, Hansen ci dice che molto probabilmente il cambiamento è più rapido di quanto ci si aspettava.
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