Pechino, smog alle stelle. E la Casta cinese si installa costosi depuratori

DAL FATTO QUOTIDIANO.IT

L’aria di Pechino è sempre peggio, ma guai a dirlo. Anzi, può dirlo solo il governo locale. Con un comunicato emesso dal ministero dell’Ambiente, la Cina qualche settimana fa ha infatti redarguito le ambasciate straniere, con un chiaro riferimento a quella americana: pubblicare su Twitter i livelli di inquinamento delle città cinesi è illegale, perché “non solo si infrange lo spirito della Convenzione di Vienna, ma si contravviene anche alle norme pertinenti la tutela ambientale”.
Inoltre a dare fiato alle proteste, tempo fa era stata la notizia, riportata da alcuni siti web, circa le misure anti-inquinamento prese proprio dai leader locali: per combattere l’inquinamento i papaveri cinesi si sarebbero infatti dotati di depuratori d’aria sofisticati e costosi. Dopo la scoperta di mercati biologici dove solo i funzionari possono fare la spesa (mentre il resto della popolazione deve affrontare il rischio di additivi chimici e scandali alimentari), è emersa dunque un’altra “peculiarità” della casta cinese.
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