Chi sono i morti di Lampedusa. Ricordiamoci la storia italiana almeno nel giorno del lutto (4 ottobre)

DAL SITO DI GREENREPORT.IT

Oggi (4 ottobre) è lutto nazionale ed il governo ha fatto bene ad accogliere l’invito di associazioni e partiti, finalmente interpreti di un moto di vergogna e pietà popolare, perché la tragedia dei poveri morti di Lampedusa è una storia italiana. Porta impressi i nomi dell’Eritrea e della Libia, i ricordi nebbiosi del nostro passato coloniale.
Eritrea. Un Paese che era abitato da italiani, che ha conservato gelosamente ad Asmara l’architettura della città coloniale fascista, un Paese dove si beve il cappuccino, dove i bar si chiamano bar e i caffè caffè, dove gli italiani sono stati i colonialisti che hanno liberato questa striscia di terra sul Mar Rosso di pietre e sabbie, altipiani e cieli azzurri, dal giogo insopportabile dell’impero copto abissino; un Paese che ha volenterosamente fornito a Mussolini gli ascari che lo hanno portato a conquistare Addis Abeba e a deporre l’unico monarca cristiano dell’Africa, a far prigioniero l’unico Stato africano indipendente, a credersi erede della regina di Saba e della sua ricchezza.
Sono questi gli uomini e le donne che muoiono davanti alle coste siciliane, sono gli eritrei che non potranno più tornare nemmeno da vivi nel loro Paese.
Sono uomini e donne, giovani come e più dei nostri figli, che partono con la morte nel cuore, non sapendo cosa il regime riserverà alle famiglie dei traditori, percorrendo le stesse stazioni del calvario dove in un tempo ormai scordato da chi pubblica la vita di Mussolini a puntate sono stati crocifissi molti nostri migranti, per arrivare al Paese del Cappuccino e del Caffè, dove si parla una lingua che i loro nonni ancora biascicano.
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2 commenti:

  1. Tragedia terribile indipendentemente dalle cause e dalle colpe

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  2. Tra gennaio e luglio di quest’anno l’Italia ha ricevuto circa 6.700 domande di asilo contro le circa 29.000 della Francia e le 51.000 della Germania. La Grecia, nella sua situazione di baratro assoluto nella quale l’hanno gettata i suoi governanti e la Troika, nei primi mesi del 2012 ha affrontato il peso di 70.000 persone alle sue frontiere ed è indubbio che il crollo dell’economia e le estreme tensioni nella società greca rendono la situazione esplosiva; la Turchia deve sostenere 150.000 rifugiati siriani. Oggi sono arrivati in Bulgaria 11.000 siriani; eccetera eccetera.

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