Condanna eternit, sentenza storica per il diritto ambientale che costituisce “precedente”

DAL SITO DI GREENREPORT.IT

Si è chiuso a Torino, con una sentenza di secondo grado che non è ardito definire storica, il più grande processo mai celebrato in Europa e probabilmente nel mondo per disastro ambientale doloso e omissione dolosa dei sistemi antinfortunistici, contro i capi supremi del colosso Eternit.
Come può già evincersi dalla lettura del dispositivo di sentenza, ed in attesa di conoscere le motivazioni, che consentiranno un’analisi ben più approfondita di questo storico pronunciamento, rispetto alla sentenza di primo grado, Schmidheiny è stato riconosciuto colpevole non solo dei disastri provocati negli e dagli stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo, ma anche di quelli di Napoli Bagnoli e Rubiera, esclusi nella pronuncia di primo grado.
La pena comminata, come si accennava, è superiore rispetto a quella inflittagli in primo grado, mentre il periodo delle contestazioni a suo carico è stato ridotto, espungendo sia il periodo anteriore al 1976, in parte per prescrizione e in parte per assoluzione, e quello successivo alla metà degli Anni Ottanta, quando l’Eternit era in amministrazione controllata (Rubiera) e/o fallita (Casale, Cavagnolo e Bagnoli).
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