I cacciatori italiani si fanno conoscere anche all’estero

DAL FATTO QUOTIDIANO

Certo che, mettetevi un po’ nei panni dei nostri cacciatori. Hanno una passione innata, atavica, ma prede qui non ce ne sono sempre meno, in compenso tante regole da rispettare, e controlli cui sottostare. Non si può dargli torto se, appena hanno due soldi da parte, prendono l’auto e via, se ne vanno a sparare in libertà nei paesi dell’est europeo. Ché se poi voglio stare più comodi e garantiti, niente di meglio di una bella agenzia che organizza il pacchetto, selvaggina compresa: anche l’orso!
Lì è proprio il paradiso, altro che qui: leggi permissive, tanta selvaggina, poca gente in giro, soprattutto pochi controlli.
Seriamente: mi domando cosa possiamo fare noi di fronte a questi barbari (con tutto il rispetto per i barbari dell’antichità). E se iniziassimo a definire i cacciatori che uccidono impunemente specie protette od usano mezzi vietati “delinquenti comuni”? Non sarebbe un modo, peraltro realistico, per mandarli idealmente alla gogna? Io comincio. L’11 ottobre scorso in Romania sono stati arrestati venti italiani, delinquenti comuni.
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