DAL FATTO QUOTIDIANO.IT
Dal 27 dicembre, ha assunto validità scientifica l’indagine sul rapporto tra inquinamento industriale e malformazioni neonatali. Lo studio, condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Lecce, ha ottenuto la pubblicazione sulla rivista BMC Pregnancy and Childbirth ed è entrato a far parte delle banche dati della letteratura mondiale. Dimostra che, su 8.503 nuovi nati da madri residenti a Brindisi,194 hanno avuto anomalie congenite. Una media di 228,2 ogni 10mila bambini a fronte di quella europea di 165,5. Sono le malattie coronariche le più preoccupanti. In 83 casi, infatti, sono stati riscontrati disturbi congeniti al cuore. Un tasso di 97,6 ogni 10mila neonati, un terzo al di sopra di quello europeo. E con un 10,8% di probabilità media di morte perinatale.
C’è tutto questo nell’aria, nel suolo e nel sottosuolo di Brindisi, città che dal 1986 è inclusa tra quelle ad elevato rischio di crisi ambientale, dal 1997 è tra i 57 Siti di interesse nazionale, dal 1998 è nel Piano nazionale di disinquinamento, nel 2007 ha visto vietare la coltivazione dei terreni vicini alla centrale di Cerano, nel 2011 ha subito l’interdizione totale della zona di Micorosa, cinquanta ettari di “area regionale protetta” in cui sono stati sotterrati rifiuti.
Per saperne di più, guarda il video e leggi l'articolo: Brindisi come Taranto: “Malformazioni neonatali legate all’inquinamento”
C’è tutto questo nell’aria, nel suolo e nel sottosuolo di Brindisi, città che dal 1986 è inclusa tra quelle ad elevato rischio di crisi ambientale, dal 1997 è tra i 57 Siti di interesse nazionale, dal 1998 è nel Piano nazionale di disinquinamento, nel 2007 ha visto vietare la coltivazione dei terreni vicini alla centrale di Cerano, nel 2011 ha subito l’interdizione totale della zona di Micorosa, cinquanta ettari di “area regionale protetta” in cui sono stati sotterrati rifiuti.
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