Più libri meno cellulari per salvare i nostri figli

DALLA REPUBBLICA.IT

Le scuole italiane sono tra le più vecchie d'Europa, come edifici, gli insegnanti pure. Tra i giovani sotto i 24 anni uno su quattro non studia né lavora, la disoccupazione cresce soprattutto fra i laureati, siamo il primo paese d'Europa come tasso di "scoraggiamento": un ragazzo su tre rinuncia a cercare lavoro, una media dieci volte più alta di quella greca.
chi si candida a guidare il Paese dovrebbe cominciare a scrivere un progetto per l'Italia. Bambini, ragazzi, scuola, salute, impiego delle loro intelligenze e sostegno alle difficoltà. Il destino dei giovani di seconda generazione - figli di stranieri - che sono già adesso il 10 per cento del totale, la cura dell'ambiente in cui questi ragazzi vivono. E invece. C'è qualcuno che pensi a cosa sarà dell'Italia fra vent'anni? Che misuri quel che è utile non in mesi ma in decenni, non sul suo proprio destino ma su quello di chi verrà?
Ecco, questo sì sarebbe rivoluzionario.
Non è vero che i ragazzi sono tutti su Internet: il 33 per cento, uno su tre, non ha accesso alla rete. Accade in Campania, Sicilia, Calabria, in Puglia: un ragazzino su quattro non fa nessuna attività sportiva, uno su cinque non varca la soglia di un cine, quasi la metà non legge libri. Nelle stesse regioni tre bambini su dieci fra quelli che hanno meno di dieci anni possiedono un cellulare. Il telefono è l'unica cosa che hanno. Oltre alla tv, certo, naturalmente.
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