Risultati del movimento della decrescita felice a Venezia 2012

DAL SITO MOVIMENTO PER LA DECRESCITA FELICE

È tempo di rompere con il neo-liberismo, la globalizzazione e le imposture di un capitalismo nella sua fase terminale. Il tutto, iniziando a ragionare “passando dall’io al noi”.Ma attenzione, avvertono i ‘decrescisti’, la strada è ancora lunga: “Del quadro che si vuole dipingere, il lavoro fatto finora equivale solo a due pennellate”
Principale accusata, a Venezia, è risultata la cultura consumistica: competitiva ed alienante, è stata ritenuta all’unanimità la vera origine delle crisi ambientali, sociali ed occupazionali che stiamo vivendo. Come sconfiggerla, dunque? Secondo l’economista Serge Latouche, è necessario innanzitutto “de-colonizzare l’immaginario, magari incominciando a buttare la tv, vero strumento di colonizzazione”. “La riconversione delle attività tossiche – ha ribadito il professore parigino – riguarda infatti anche quelle che lo sono a livello spirituale, come la pubblicità e il marketing”, il cui scopo è l’omologazione sui modelli occidentali di consumo, che “generano solo frustrazione”.
Nel mondo globalizzato “avere molte differenze e sviluppare la dimensione locale non è ritenuto efficiente, né un bene per il profitto”, afferma l’eco-attivista Helena Norberg-Hodge: “Ma è una grande menzogna. Se tutti ad esempio mangiassero prodotti locali, le multinazionali ridurrebbero i loro profitti, ma letteralmente milioni di persone ne potrebbero trarre vantaggi anche in termini economici”.
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