Legambiente presenta osservazioni alla proposta di legge regionale sul volo alpino

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE PIEMONTE

una legge che non regolamenta ma liberalizza soltanto”

Saranno presentate oggi alla seconda commissione del Consiglio Regionale del Piemonte le osservazioni di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta alla proposta di legge regionale n. 276 “Disciplina delle attività di volo alpino ai fini della tutela ambientale” (primo firmatario il cons. reg. Paolo Tiramano - Lega Nord).
Riteniamo la proposta di legge non adeguata ai fini della tutela dell'ambiente e della biodiversità – dichiara Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta – La pratica del volo alpino a fini turistici va regolamentata, vitandola non solo nei Parchi Nazionali, così come previsto dalla proposta di legge, ma anche in tutti i siti di interesse comunitario, valutando caso per caso le restanti aree. Ci auguriamo che la proposta sia nettamente rivista – continua Dovana -, noi ci rendiamo disponibili ad ulteriori confronti, dopo oggi, per arrivare ad una regolamentazione del volo alpino che possa davvero tutelare l'ambiente, la biodiversità e il turismo meno impattante delle nostre montagne”.
Il dibattito sull'eliski trae origine da alcuni avvenimenti che hanno suscitato ampio dibattito nel Verbano-Cusio-Ossola nella scorsa stagione sciistica, di fatto interrompendo un programma di eliski già organizzato, ma peraltro non autorizzato. Il circolo di Legambiente “Il Centro del Sole” aveva già espresso le preoccupazioni dell'associazione nel documento “No eliski nel futuro della montagna”, sostenuto poi da una petizione on line che ha raccolto le firme di numerose associazioni e appassionati di montagna preoccupati non solo dall'impatto del volo alpino sull'ambiente e la biodiversità, ma anche per le ricadute sulle attività escursionistico-sportive meno impattanti.
La discussione nata tra gli operatori turistici sulle entusiasmanti ricadute economiche dalla pratica dell’Eliski è di natura puramente teorica; i fautori dell’Eliski non hanno infatti portato a loro sostegno alcuno studio scientifico sull’argomento, ma soltanto affermazioni apodittiche senza valore, mentre è evidente e certo come la pratica dell’Eliski possa essere nociva per le attività turistiche tradizionali.
La proposta di legge sembra ignorare totalmente che le aree maggiormente ambite dai fruitori di Eliski siano all'interno di siti di interesse comunitario e che i beni ambientali da tutelare nei siti SIC e ZPS siano prioritariamente quelli naturalistici, regolati dalle Direttive Habitat e Uccelli, tant’è che la proposta di legge neppure le cita, preoccupata unicamente di dare una regolamentazione all’Eliski quanto più decentrata possibile – si lege nelle osservazioni - . Essa affida infatti l’incarico di autorizzazione ai voli, ai Comuni interessati geograficamente dai voli stessi, senza neppure porsi il problema delle procedure da adottare, da parte di enti per loro natura non sufficientemente strutturati, salvo che per la distribuzione degli incarichi tra le diverse ditte richiedenti, nella logica politica di padroni in casa nostra, che difficilmente è adattabile a problemi sovranazionali che attengono alla conservazione della biodiversità.
Per quanto riguarda la tutela ambientale, non se ne trova traccia tranne che per un unico cenno, relativo unicamente al rumore prodotto dai motori. Nessun riferimento è fatto alle norme specifiche e ai beni ambientali da tutelare, presenti nelle leggi istitutive dei Parchi o nelle Direttive Comunitarie che regolamentano le aree SIC e ZPS.
Il problema dei voli con l'elicotero sta assumendo dimensioni tali da spingerci ad affermare che questo mezzo dovrebbe essere utilizzato solo in situazioni strettamente necessarie – conclude Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente Nazionale -. L'esempio emblematico della Marmolada dove dal primo gennaio 2012 nessun elicottero è più atterrato dovrebbe indurre su tutto l'arco alpino una seria riflessione volta a riprogettare il vivere in montagna avendo come riferimento i principi dei protocolli delle alpi”.
Le osservazioni complete sono disponibili sul sito www.legambientepiemonte.it

Nessun commento:

Posta un commento